Così Irven Mussi: "Il nostro grosso problema è che se noi ci ammaliamo, rischiamo di non esserci più come barriera, ma soprattutto di diventare degli untori dei nostri pazienti"
"Non sono ancora pensionato, sto ancora lavorando e sono ancora in prima linea. Il problema è che lo siamo senza avere le armi per difenderci e, quindi, parecchi di noi si sono ammalati, alcuni sono morti", ha raccontato il medico Irven Mussi in collegamento a Sky TG24. "Ieri mattina è morto un mio carissimo amico che lavorava a Codogno, ma come lui altri. Ormai, circa 200 di noi sono ammalati o messi in quarantena, alcuni malati anche gravi. È chiaro che siamo la prima barriera, per cui, noi vogliamo lavorare ed è indispensabile, anzi un avviso che diamo a tutti", ha aggiunto. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI)
"Non andate al pronto soccorso"
Poi, un appello: "Non andate mai al pronto soccorso, non andate dal vostro medico di medicina generale, senza prima aver concordato il vostro arrivo. Il nostro grosso problema è che se noi ci ammaliamo, rischiamo di non esserci più come barriera, ma soprattutto di diventare degli untori dei nostri pazienti. L'unico modo sarebbe di fare i tamponi, chiediamo che i tamponi vengano fatti almeno ai medici, in modo che loro non siano degli untori. Per l'altra popolazione, per le altre persone, resta sempre valido, obbligatorio assoluto l'invito, proprio perché uno non sa, se è un portatore sano, può essere un malato, di stare assolutamente in casa, per se stesso e per gli altri. Stiamo parlando di vita, non stiamo parlando di altre cose".