Vetrina sfondata e svastica sul pavimento in un bar nel Bresciano

Lombardia
La vetrina sfondata e gli insulti alla titolare (ANSA)

Il raid è avvenuto stanotte a Rezzato. Oltre al simbolo disegnato al contrario, sono stati scritti insulti rivolti alla titolare: “Negra” e "T...a". Indagano le forze dell’ordine. La proprietaria ha chiuso temporaneamente il locale. Organizzato presidio di solidarietà

Ignoti malviventi, questa notte, hanno sfondato la vetrina di un bar di Rezzato (nel Bresciano) e poi, sul pavimento, hanno disegnato una croce celtica, una svastica al contrario e due scritte: "Negra" e "T...a". Gli insulti, con ogni probabilità, sono riferiti alla titolare 36enne, italiana di origini marocchine, che ha deciso di chiudere temporaneamente il locale. Sulla vicenda indagano le forze dell'ordine. 

Presidio di solidarietà davanti al locale

L'associazione “Diritti per tutti” e il centro sociale autogestito “Magazzino 47”, insieme a un gruppo di abitanti del Comune, hanno organizzato per la giornata di martedì 28 gennaio, alle ore 18.30, un presidio di solidarietà davanti al bar. L’evento, come spiegato sui social dagli organizzatori, punta anche a “raccogliere fondi con un aperitivo antirazzista, antifascista e antisessista per aiutare la titolare a ripartire".

La titolare: “Non so se riaprirò il bar, sono spaventata”

La proprietaria del bar preso di mira dal raid ha dichiarato all’ANSA: "Non so se riaprirò il bar. Ora sono spaventata e turbata. Mi ha colpito che nessuno negli appartamenti vicini abbia sentito i rumori e denunciato". Ha poi aggiunto: “Spesso ricevevo apprezzamenti insistenti dai clienti e anche minacce verbali. Per questo preferivo sempre farmi accompagnare all'apertura e alla chiusura del bar".  

Il racconto della proprietaria

Intervistata anche da Radio Popolare, la donna ha spiegato: “Quando è suonato l'allarme, credevo che magari fosse legato alla mancanza di corrente, anche perché non mi è mai capitata una cosa del genere. Sono andata al bar tranquilla, e quando sono arrivata era in uno stato indescrivibile. Tutte le vetrate spaccate, delle scritte sia all'interno che all'esterno. Ho un portico fuori con i tavolini, e le tende erano state lacerate con dei taglierini, praticamente smembrate. Dentro le bottiglie erano state rotte, con i bicchieri buttati per terra e i frigo svuotati".
La 36enne ha poi aggiunto: “È un bar frequentato da uomini e io sono una donna, magari c'è qualcuno che esagera quando beve. Tante volte magari non ci fai neanche caso, per disattenzione o per routine. Poi succede questo e allora ti si accende la lampadina di pericolo, e capisci che forse il gioco non vale la candela".

La stima dei danni

A proposito della stima dei danni, la titolare ha affermato: "Prima che le assicurazioni si mettano in moto ci vorranno un paio di settimane. A livello economico non so quantificare i danni. Non so neanche se potrò riaprire, perché dopo una cosa del genere non me la sento”.

Fiano: “Combatteremo insieme questi rigurgiti di neonazismo”

Il deputato Emanuele Fiano, presidente del gruppo del Partito Democratico alla Camera, ha condannato l’episodio: "Quello che è successo, oggi e non a caso, a Rezzato in provincia di Brescia è un gesto gravissimo che ci addolora. L'ennesimo episodio di violenza e razzismo, l'ennesimo gesto di chi inneggia all'orrore del nazismo. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza alla ragazza vittima di questo vile gesto. Combatteremo insieme questi rigurgiti di neonazismo. Le istituzioni democratiche e repubblicane sono più forti di chi agisce di notte, nell'ombra, per imbrattare muri e distruggere vetrine, e le forze dell'ordine sapranno presto individuarne gli autori. E siamo certi ancora di più oggi, Giorno della Memoria".

Copia de "La lettera agli Ebrei" strappata nel Lecchese

Un altro brutto episodio, alla vigilia della celebrazione della Giornata della Memoria, è avvenuto nell'area dello storico complesso conventuale del Lavello di Calolziocorte, in provincia di Lecco. Una copia de "La Lettera agli Ebrei" è stata strappata e lasciata a pezzi per terra ieri. Tra i tanti volumi presenti nella cassetta del book crossing, è stato preso solo quel libro del Nuovo Testamento. Il titolo potrebbe avere indotto a compiere un atto di spregio contro le vittime della Shoah.

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