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Milano, bimbo precipitato a scuola: indagate due maestre e bidella

Lombardia

Le accuse sono di omicidio colposo per omessa vigilanza. Il piccolo cadde nella tromba delle scale dell'istituto lo scorso 18 ottobre.  provocare la tragedia sarebbe stata una sedia lasciata incustodita

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Due insegnanti, una di ruolo e l'altra di sostegno, e una collaboratrice scolastica, sono indagate dalla Procura di Milano per la morte del bimbo di sei anni precipitato, lo scorso 18 ottobre, per oltre dieci metri nella tromba delle scale della scuola ‘Pirelli’ di via Goffredo da Bussero, in zona Bicocca, a Milano (LA RICOSTRUZIONE). L'accusa è di omicidio colposo con l'ipotesi di omessa vigilanza.
Il bimbo, alto 1 metro e dieci centimetri, non avrebbe potuto scavalcare il parapetto della scala, se non fosse salito su una sedia che avrebbe dovuto essere in un gabbiotto e che è invece stata lasciata incustodita. La circostanza emerge da un esperimento giudiziario realizzato in queste settimane nell'indagine, ancora aperta, per omicidio colposo coordinata dal pm Letizia Mocciaro. Il bimbo morì il 22 ottobre in ospedale. 

Le indagini

Le due maestre (un'insegnante di sostegno di 47 anni e quella di ruolo di 42 anni) e la collaboratrice scolastica di 58 anni sono state già interrogate nei giorni scorsi. Non sono escluse, tra l'altro, altre iscrizioni nel registro degli indagati, dopo che saranno realizzate altre analisi su leggi e regolamenti che determinano le competenze sulla vigilanza. L'iscrizione a carico delle tre donne, in sostanza, è basata sul fatto che tutte e tre avrebbero dovuto vigilare sul piccolo. Nelle indagini il pm ha anche fatto effettuare un esperimento giudiziale a novembre con un fantoccio per ricostruire l'esatta dinamica della caduta.

La dinamica dell'incidente

Il bimbo quel mattino andò in bagno e nel ritornare in classe salì su una sedia con le rotelle (di quelle da ufficio), si sporse oltre il parapetto della tromba delle scale, forse incuriosito dal passaggio sotto di una classe che stava andando in palestra, e cadde giù per 10 metri. Le insegnanti, stando alle indagini, hanno fatto uscire il bimbo, che aveva chiesto di andare in bagno, dando per scontato che fuori lo prendesse in carico la bidella, che era già impegnata a sorvegliare altri due alunni andati in bagno e che lo lasciò rientrare in classe da solo ("ora vai in aula", gli avrebbe detto). Le maestre e la collaboratrice, sentite dagli inquirenti, hanno confermato, in sostanza, questa ricostruzione e una delle due insegnanti ha chiarito che il bambino aveva chiesto una prima volta di uscire per andare in bagno e poi gli era stato concesso il permesso di andare alla seconda richiesta, dopo una decina di minuti. 

Il preside aveva chiesto più personale

Il preside della scuola Pirelli di Milano aveva fatto richiesta di più personale ad agosto di quest'anno, ma era riuscito a ottenere solo l'assunzione a mezzo servizio di un collaboratore scolastico. Per legge, infatti, il numero di collaboratori della scuola è proporzionato al numero di alunni e non al volume dell'edificio. Lo stabile, inoltre, di epoca fascista, è risultato a norma di legge. Esiste infatti un regolamento edilizio del Comune di Milano del 2014 che impone che le ringhiere siano alte almeno 1 metro e 10 centimetri, non ha valore retroattivo e quindi la ringhiera della scala, alta 1,02 centimetri, che il bimbo ha scavalcato prima di precipitare, è a norma.

La testimonianza: "Ho visto un'ombra cadere"

"Ho visto un'ombra precipitare e ho subito capito che cosa stava succedendo. Ho riportato la mia classe in aula e ho iniziato a urlare". E' la testimonianza di una maestra della scuola Pirelli, che in quel momento stava accompagnando i suoi alunni in palestra e che ha assistito alla caduta del piccolo. Una delle ipotesi è che il piccolo si sia sporto proprio per guardare giù la classe che stava andando in palestra.