In mattina l'ergastolano aveva lanciato la "sfida" con un quesito provocatorio: "Vorrei piuttosto fare una domanda, cioè 'ci sono le telecamere in quel posto?', lì è la prova, nelle telecamere, per il resto non posso dire niente"
Secondo il gip, Ilaria, De Magistris, Antonio Cianci, l'ergastolano 60enne che il 9 novembre ha tentato di uccidere un anziano, ha approfittato con "freddezza" del permesso premio che gli è stato concesso. Secondo il gip, ha "ordito l'aggressione", mascherandosi da operatore del San Raffaele e sapendo che al piano 'meno 1' non c'erano telecamere e alla fine, se non fosse stato bloccato dalla polizia, non sarebbe tornato in carcere. Cianci nel 1979 ha ucciso tre carabinieri della stazione di Melzo. Cinque anni prima, quando aveva 15 anni, aveva già ucciso un metronotte.
La sfida dell'ergastolano
Cianci aveva "sfidato" il gip con un quesito provocatorio: "Vorrei piuttosto fare una domanda, cioè 'ci sono le telecamere in quel posto?', lì è la prova, nelle telecamere, per il resto non posso dire niente". Come si legge nell'ordinanza di convalida dell'arresto e di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip su richiesta del pm Nicola Rossato e consultata dall'ANSA, Cianci sapeva dell'assenza di telecamere in quel piano del San Raffaele e ha agito per il "gusto di saper delinquere". Inoltre, ha usato frasi di sfida e provocatorie nell'interrogatorio davanti al gip, nelle quali viene fuori tutta la sua "pericolosità sociale". Secondo il giudice ha usato anche altre espressioni che mostrano la personalità di un uomo che si "autolegittima a delinquere ulteriormente", a colpire ancora. "Sono in carcere da 40 anni - ha affermato - ho solo l'ergastolo e poi una condanna a cinque anni e due mesi per associazione per delinquere". Un modo il suo, secondo quanto si legge nell'ordinanza, per dare per assodato il suo "orizzonte" di "cattività", ossia di carcerazione che dura da quasi tutta la vita e durerà ancora. E questa sua "dominanza criminale" la dimostra anche ostentando davanti al giudice la "certezza" sul fatto che in quel piano dell'ospedale non ci fossero telecamere, lui che aveva già "scelto il luogo in cui agire" proprio per quel particolare. E' così, spiega ancora il gip, che lancia la sua "sfida" agli "inquirenti", ma anche alla "vittima".
La ricostruzione della vicenda
Nell'ordinanza vengono descritti la rapina e il tentato omicidio che Cianci ha commesso ai danni del 79enne. Mentre era in permesso premio, concesso per 12 ore (era il terzo di cui usufruiva), sabato ha rubato in ospedale una tuta da inserviente, guanti, mascherina e un apparecchio per misurare la pressione in modo da passare inosservato in ospedale, poi ha chiesto i soldi all'anziano che gli ha dato quello che aveva in tasca, "9 euro e 37 centesimi". L'ergastolano "adirato" per la cifra "esigua" a quel punto gli ha sferrato un fendente alla gola con un taglierino, una "lesione potenzialmente mortale" perché ha sfiorato la giugulare. Quando è stato bloccato poco lontano, mentre aspettava un bus, era "apparentemente tranquillo", si legge nell'ordinanza. Poco prima aveva buttato in un bidone guanti, mascherina e l'apparecchio per la pressione che gli erano serviti per mascherarsi, oltre al cellulare della vittima e al taglierino.
Il gip: "Aggressione violenta e sanguinaria"
Secondo il gip Cianci, con le sue azioni, ma anche con quelle frasi "provocatorie" dette nell'interrogatorio, dimostra il suo "perdurante bisogno, non governato seppur lucido, di cimentarsi in atti criminali complessi", un "bisogno che il Cianci mostra in tal modo di nutrire tuttora, malgrado" la sua "biografia penale". Vuole, prosegue il giudice, "affermare una propensione" alla "commissione di delitti" di "particolare efferatezza". Quella contro l'anziano è stata, scrive ancora il gip, "un'aggressione violenta, sanguinaria", con "evidente dolo omicidiario".