Uccise le due sorelle dando fuoco alla casa nel Milanese: preso

Lombardia

Il presunto responsabile, 68 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato. Secondo il gip avrebbe agito per timore di perdere un'eredità. I fatti risalgono al 13 aprile 2015 

È stato arrestato dai carabinieri l’uomo che, secondo l’accusa, nel 2015 uccise le due sorelle dando fuoco alla casa mentre le vittime dormivano, a Cerro Maggiore nel Milanese. Giuseppe Agrati, 68 anni, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Il fatto risale al 13 aprile 2015. Le indagini, svolte su delega della Procura Generale della Repubblica di Milano, sono partite a seguito dell'avocazione del fascicolo processuale precedentemente in carico alla Procura di Busto Arsizio. 

Il gip: "Arrestato temeva per la propria eredità"

All'origine dell'omicidio, secondo il gip, il fatto che l'uomo temesse di perdere l'eredità a favore dei nipoti di un fratello morto una settimana prima. "Con il testamento di Carla (una delle due sorelle decedute) e con la paventata sua intenzione di lasciare il proprio cospicuo patrimonio ai nipoti - scrive il gip nell'ordinanza di arresto visionata dall'ANSA - nulla sarebbe spettato all'Agrati che, non essendo legittimario in quanto fratello, non avrebbe potuto rivendicare alcunché". La paura di perdere l'eredità "spiega quindi l'urgenza dell'Agrati di togliere di mezzo Carla ma anche la sorella Maria, sempre per questioni ereditarie (si rammenta che costei era titolare di un patrimonio comunque ragguardevole seppur inferiore a quello di Carla) o per controversie legate ai fondi, giovandosi della prima occasione utile quando, a poco più di una settimana dalla morte del fratello premorto, Maria si trovava a dormire a casa dei fratelli nel fine settimana".

Le accuse

Il gip di Busto Arsizio, Piera Bossi, ha quindi accolto i risultati delle indagini del sostituto procuratore generale di Milano, Maria Vittoria Mazza, e dell''avvocato generale dello Stato, Nunzia Gatto, secondo cui l'uomo è responsabile di "aver cagionato la morte delle sorelle Carla Eugenia Agrati, con lui stabilmente convivente nell'appartamento sito in Cerro Maggiore, Via Roma 33, nonché della sorella Maria Giuseppina Agrati, ospite dell'appartamento, appiccando il fuoco in più punti dell'abitazione e precisamente nel corridoio antistante la camera ove le sorelle stavano dormendo, posta al primo piano, e nei pressi dei due ingressi posti al piano terra, dopo aver atteso che entrambe si trovassero all'interno dell'appartamento, si fossero ritirate in camera e si fossero addormentate", si legge nell'ordinanza.

Le aggravanti

Secondo il gip, inoltre, ci sono da considerare le "aggravanti di aver agito in danno di persona stabilmente convivente - si legge nel capo d'imputazione - con mezzo insidioso e con premeditazione, con abuso di relazioni di coabitazione e di ospitalità, in tempo di notte e profittando della minorata difesa delle anziane sorelle che venivano sorprese nel sonno".

L'obiettivo non era incendiare la casa ma uccidere le sorelle

L'uomo aveva come scopo "non quello di incendiare la casa - spiega il gip -, cosa di per sé già penalmente rilevante, ma di cagionare la morte delle sorelle mediante l'incendio". L'omicidio delle due donne "era quindi l'unico obiettivo da raggiungere". Ripercorrendo le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, il giudice sottolinea "la collocazione dei tre punti d'innesco. Il primo proprio all'uscita delle camere delle sorelle, il secondo nei pressi del portone principale che dava su via Roma e il terzo nei pressi del portone secondario che dava sul cortile interno". Agrati "non ha avvisato le sorelle dell'incendio in atto. Del fatto che lui le abbia svegliate non vi è alcun riscontro. Anzi, la dinamica degli eventi, la circostanza che lui sia uscito praticamente indenne dall'incendio, certifica proprio il contrario. Pochi minuti di differenza nell'aver avuto cognizione della presenza del fuoco in casa tra lui e le due donne non avrebbero potuto determinare conseguenze così diverse. Illeso uno - scrive il gip - morte entrambe intrappolate le altre. Agrati non solo non ha svegliato le sorelle, ma ha anche ritardato quanto più possibile di dare l'allarme".

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