Milano, morto a 86 anni Antonio Iosa: era stato gambizzato dalle Br l'1 aprile 1980

Lombardia
Antonio Iosa (Agenzia Fotogramma)

Esponente della Democrazia Cristiana, negli anni successivi all'attentato, a causa delle ferite, si era dovuto sottoporre a decine di interventi chirurgici

Antonio Iosa è morto a Milano la notte scorsa a 86 anni. L'ex esponente della Democrazia Cristiana era stato gambizzato dalle Brigate Rosse nel capoluogo lombardo il 1° aprile aprile del 1980. Negli anni successivi, a causa delle ferite, Iosa si era dovuto sottoporre a decine di interventi chirurgici. "Mi piace ricordarlo - afferma Maurizio Campagna, fratello di Andrea, l'agente della Digos ucciso nel 1979 da Cesare Battisti - perché Iosa è stata un'ottima persona che ha mantenuta viva la memoria delle vittime del terrorismo con il suo impegno. È una grossa mancanza".

L'attentato dell'1 aprile

Il 1° aprile del 1980, mentre nella sede della Democrazia Cristiana di via Mottarone era in corso un dibattito, quattro brigatisti della colonna Walter Alasia fecero irruzione nel palazzo, mascherati e con le pistole in pugno. L'obiettivo era vendicare altri quattro terroristi uccisi dai carabinieri in via Fracchia, a Genova. Fra i presenti all'incontro i brigatisti colpirono, oltre a Iosa, in quel momento storico presidente del circolo culturale Perini di Quarto Oggiaro, anche Eros Robbiani, Emilio De Buono e Nadir Tedeschi, colpiti alle gambe.

Le parole del sindaco di Milano

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha ricordato Iosa con un tweet. Il primo cittadino del capoluogo lombardo lo ha descritto come "un testimone coraggioso della politica milanese. Trentanove anni fa le Brigate Rosse lo gambizzarono. Non smise mai di lottare - ha aggiunto - continuando a credere nella libertà e nell'impegno civile. Un pensiero alla sua famiglia".

Il ricordo dell'Anpi

Anche il Presidente dell'Anpi Provinciale di Milano, Roberto Cenati, ha voluto ricordare Antonio Iosa: "Una vita di dolore, il ricordo di quella giornata mai dimenticato. Antonio ha da sempre considerato la Memoria come costante e continuativo impegno civile. Instancabile è stato il suo monito contro il risorgere del terrorismo e di movimenti che mettessero a rischio le istituzioni democratiche", le sue parole.
E ancora: "Era il primo aprile 1980 quando un commando terrorista della colonna Walter Alasia - ricorda Cenati - fece irruzione all'interno del circolo Perini di Quarto Oggiaro, fondato da Iosa. Iosa fu scelto come bersaglio perché, secondo il delirante comunicato delle Brigate rosse, era riuscito 'a infiltrare la Dc tra la classe operaia'. Antonio, con altre tre persone, tra cui Nadir Tedeschi, venne messo in fila contro il muro all'interno del circolo Perini di Quarto Oggiaro, da lui fondato. I terroristi spararono alle gambe. Iosa dovette subire trentaquattro operazioni per evitare l'amputazione".

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