Milano, rapinarono una gioielleria in centro: quattro arrestati

Lombardia
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

L'episodio è avvenuto il 7 giugno in via Santa Maria Fulcorina, tra Duomo e Cordusio. Le indagini sono state svolte dagli agenti della polizia di Stato del commissariato centro

Arrestati a Milano quattro uomini, accusati di aver rapinato una gioielleria il 7 giugno scorso. Secondo le accuse, avrebbero messo a segno la rapina nell'attività commerciale situata in via Santa Maria Fulcorina, tra Duomo e Cordusio. Le indagini che hanno portato ai quattro arresti sono state svolte dagli agenti della polizia di Stato del commissariato centro.

Le indagini

In manette sono finiti un uomo e una donna di 46 anni, un 53enne e un 33enne, tutti con precedenti. Il più giovane, in particolare, è stato anche condannato per aver ucciso durante una lite un uomo nei primi anni del 2000. Secondo le indagini, i quattro hanno tentato di truffare il gioielliere, ma il loro raggiro è stato scoperto a causa di un ordine di pagamento mai eseguito e così avrebbero deciso di passare alle maniere forti minacciando il titolare del negozio per farsi consegnare gioielli per un valore di 50 mila euro.

Dalla truffa alla rapina

Secondo gli inquirenti, i rapinatori prima avrebbero tentato di farsi consegnare dei gioielli che sarebbero dovuti servire come campionario per dei facoltosi clienti stranieri che i malviventi millantavano di avere avvalendosi dell'aiuto della complice 46enne, la quale era nota nell'ambiente del commercio di preziosi. La mancata copertura finanziaria richiesta dal negoziante, vittima del tentativo di raggiro, ha però messo in luce la truffa. Una volta scoperti, i quattro si sono recati dal commerciante e, appoggiando una pistola sul bancone del negozio, si sono fatti consegnare 50 mila euro in pietre preziose e gioielli. Ora gli indagati devono rispondere di rapina in concorso.

Il ruolo della 46enne

La donna aveva lavorato in una importante gioielleria del cosiddetto Quadrilatero della Moda, dove aveva conosciuto il gioielliere, di professione anche orafo, a causa di alcuni lavori che gli erano stati commissionati. La donna seguiva la parte commerciale della griffe, ma dopo la nascita di un figlio aveva lasciato la professione. Il padre del bambino è uno dei quattro arrestati, con cui la donna conviveva e con cui aveva cominciato a delinquere, divenendo ben presto, però, come hanno accertato gli investigatori, la promotrice della truffa. Il 33enne invece, un pregiudicato di origine calabrese, era stato fatto intervenire a causa della sua capacità intimidatoria. 

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