A inizio giugno, gli agenti del Nucleo Tutela Donne e Minori della polizia locale avevano fermato i genitori. La donna è stata arrestata prima che partisse per l'Egitto
A inizio giugno, gli agenti del Nucleo Tutela Donne e Minori della polizia locale di Milano avevano arrestato i genitori, entrambi di 29 anni e di nazionalità egiziana, di una bambina disabile di tre anni con l’accusa di maltrattamenti e lesioni gravi. Ora, per lo stesso motivo, in manette è finita anche la zia della piccola. A carico della donna, 30 anni, sussistono infatti indizi di colpevolezza e considerato il concreto pericolo di fuga - aveva acquistato un biglietto di sola andata per l'Egitto per il prossimo 14 luglio - è scattato il fermo.
Indagini iniziate a metà maggio
Le indagini della polizia hanno avuto inizio a metà maggio scorso, quando l'ospedale in cui la bambina era ricoverata ha segnalato al Tribunale di Milano possibili maltrattamenti. Poche settimane dopo, gli agenti hanno quindi arrestato i genitori prima che riuscissero a prendere un aereo per l’Egitto. Successivi accertamenti hanno fatto emergere anche a carico della zia della bambina un quadro indiziario di gravi maltrattamenti fisici e psicologici ai danni della nipote, commessi sia nella casa di famiglia, sia durante il ricovero in ospedale prima che la minore fosse sottratta alla potestà genitoriale. La donna dava infatti il cambio al cognato nell'assistenza alla piccola ricoverata.
Pizzicotti, tentativi di soffocamento e capelli strappati
Nelle telefonate con la sorella intercettate dagli agenti, la 30enne descrive violenze contro la nipote, tra cui pizzicotti, tentativi di soffocamento, capelli strappati, oltre ad altri tipi di maltrattamenti per costringere la bambina a vomitare e congetture su altre violenze ai suoi danni, come soffocamento o avvelenamento.
Quando la polizia ha scoperto che la donna aveva acquistato un biglietto di sola andata per l'Egitto il 14 luglio prossimo, con oltre 200 chili di bagaglio, è scattato il fermo. Ora si trova nel carcere di San Vittore, in attesa di processo.