Milano, botte a figlia disabile: Riesame conferma carcere per genitori

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)

Il padre e la madre della bambina di 3 anni, entrambi 29enne, sono stati fermati a fine maggio su un autobus in stazione Centrale diretto a Malpensa 

Il Tribunale del Riesame di Milano ha confermato il carcere per due 29enni egiziani, marito e moglie, fermati a fine maggio con l’accusa di aver picchiato e maltrattato a lungo la figlia di tre anni e mezzo, affetta da una disabilità cognitiva. I giudici hanno rigettato l’istanza presentata dalla coppia, che aveva fatto ricorso, chiedendo la revoca della misura cautelare, disposta dal gip Stefania Pepe, su richiesta del pm Danilo Ceccarelli. I due avevano respinto le accuse e durante l’interrogatorio di convalida davanti al gip avevano spiegato: "Noi non l'abbiamo picchiata, è caduta in casa, ha sbattuto e si è fatta male da sola". A loro carico, però, nel corso delle indagini erano state raccolte una serie di intercettazioni in cui la madre diceva addirittura di voler uccidere la piccola. "Odio mia figlia, ho un rifiuto per lei. Mi conosci, annegherò lei e la picchierò di continuo. Non sopporto la sua voce... brutta scimmia", diceva la donna.

Il fermo in stazione Centrale

La coppia eè stata fermata il 31 maggio su un autobus in stazione Centrale diretto a Malpensa. I due, che portavano con loro gli altri quattro figli (di età compresa tra uno e mezzo e 8 anni), in tasca avevano un biglietto di sola andata per l'Egitto. Mentre venivano eseguiti gli arresti, la bambina era al sicuro all'ospedale Fatebenefratelli. Il 15 maggio, infatti, l'uomo si era presentato con la figlia e aveva detto che lamentava un dolore al braccio per una caduta accidentale. La piccola era in pessime condizioni igieniche e la radiografia aveva evidenziato una frattura scomposta e anche altre 15 lesioni risalenti a settimane prima. Era stata tenuta in osservazione e i medici avevano avvertito gli agenti dell'Unità tutela donne e minori della polizia locale di Milano, che avevano chiesto al pm di avviare le indagini.

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