Tangenti in Lombardia, il Gip: “Altitonante resti ai domiciliari”

Lombardia
Il Tribunale di Milano (Fotogramma)

Per la seconda volta il giudice ha rigettato l'istanza di revoca della misura cautelare. Il politico lombardo è accusato di corruzione e finanziamento illecito

Fabio Altitonante, il consigliere lombardo di FI arrestato oltre un mese fa per corruzione e finanziamento illecito nell'inchiesta della Dda milanese su un vasto sistema corruttivo in Lombardia, resta ai domiciliari. Per la seconda volta, infatti, il Gip di Milano, Raffaella Mascarino, ha rigettato l'istanza di revoca della misura cautelare avanzata dopo un supplemento di interrogatorio di garanzia.

Le motivazioni del Gip

Il giudice ha ritenuto che non sia mutata la situazione, che non si siano affievolite le esigenze cautelari e ha ritenuto poco credibile la versione resa da Altitonante riguardo al presunto finanziamento illecito di 25mila euro versati dall'imprenditore Daniele D'Alfonso, anche lui arrestato nell'indagine. Per il Gip è inverosimile che quei soldi siano stati dichiarati nella campagna elettorale per le elezioni dello scorso anno di Pietro Tatarella, ex vice coordinatore regionale forzista ora in carcere. E che con quei soldi quest'ultimo avrebbe organizzato un evento di comici e avrebbe fatto anche un volantino nel quale, oltre al voto per lui, si promuoveva anche quello per Altitonante, che in quel momento era candidato alle regionali.

L'accusa di corruzione

L'ex consigliere risponde anche di corruzione per aver ricevuto da D'Alfonso 20mila euro (una parte degli stessi 25mila euro contestati anche come finanziamento) "al fine di far ottenere il rilascio del permesso a costruire relativamente a un immobile di proprietà della moglie di Patimo", un manager coinvolto nell'indagine. Altitonante ha sostenuto, però, che non avrebbe fatto alcuna pressione per quella pratica edilizia.

Continuano gli interrogatori

Lunedì 10 giugno è proseguito davanti al Pm Luigi Furno il secondo interrogatorio di Alberto Bilardo, ex segretario di Forza Italia a Gallarate (Varese) e membro del Cda di una società pubblica con sede a Busto Arsizio (Varese), la Accam spa, ritenuto dagli inquirenti uno dei partecipi dell'associazione per delinquere che vedeva a capo Gioacchino Caianiello, il presunto "grande manovratore" del sistema. Un primo interrogatorio 'fiume' in Procura si era svolto lo scorso 27 maggio e, a quanto pare, l'ex segretario di FI starebbe fornendo una serie di chiarimenti e un ricostruzione utile per scrivere una nuova puntata dell'inchiesta.

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