Milano, bruciature su corpo del figlio e velo obbligatorio per la figlia: madre a processo

Lombardia
Foto di archivio (LaPresse)

Secondo le accuse la donna ha sottoposto i due ragazzini a una lunga serie di violenze e minacce, creando in casa un clima familiare di vero e proprio terrore 

Bruciature sul corpo del figlio e velo obbligatorio per la figlia. Una donna di 40 anni, egiziana, arrestata a Milano a metà gennaio su ordine del gip Giulio Fanales e su richiesta del pm Nicola Rossato, è accusata di aver maltrattato i due figli di 15 e 11 anni, creando in casa "un clima familiare di vero e proprio terrore". A segnalare i maltrattamenti, come si legge negli atti dell'indagine della polizia, è stata un'insegnante della scuola frequentata dalla ragazzina, la quale ha sporto denuncia dopo che la giovane si era confidata con lei raccontando le "sofferenze fisiche e morali" subite insieme al fratellino. La ragazzina lo scorso dicembre era anche svenuta in classe.

Bruciature inflitte con un coltello arroventato

Secondo le accuse la donna ha sottoposto i due ragazzini a una lunga serie di "violenze e minacce", tanto che la ragazzina era costretta a "mettere il velo islamico" anche se non voleva, mentre al più piccolo, stando al racconto della sorella, avrebbe inferto "bruciature" con un coltello "arroventato". La donna, finita in carcere a gennaio, ha ottenuto i domiciliari e qualche giorno fa il giudice ha disposto per lei il processo con rito immediato. Della vicenda ha scritto Il Corriere della Sera.

L'ordinanza di custoria cautelare

Viene spiegato che percuoteva "i figli minori a mani nude e con oggetti quali mestoli, grucce appendiabiti, cinture, bastoni e battipanni" e li costringeva "a punizioni eccessive quali stare in piedi nudi vicino alla finestra aperta del bagno in pieno inverno" e mostrava loro "per spaventarli, video in arabo riguardanti le punizioni che spettano ai fratelli che fanno sesso". E ancora "durante l'anno scolastico 2017/2018" obbligava la figlia "ad assentarsi dalle lezioni scolastiche (superando il limite massimo consentito e quindi determinandone la bocciatura) per studiare l'arabo e superare degli esami in una scuola d'arabo in Egitto".

Il racconto della ragazza

Inoltre, la ragazza ha raccontato agli inquirenti che non poteva "rivolgere la parola ai compagni di scuola o a ragazzi di sesso maschile" e che aveva "più volte pensato di fuggire di casa per sentirsi libera di studiare e crearsi un proprio futuro, proprio a causa degli abusi fisici e psicologici che sia lei che il fratello" pativano. Provata dal racconto e preoccupata che la madre potesse venire a sapere delle dichiarazioni rilasciate agli inquirenti, si legge nell'ordinanza, la ragazza "ha infine scoperto l'avambraccio destro fasciato, mostrando a costoro i numerosi segni di bruciatura cagionatile il giorno precedente dalla donna con un bastoncino d'incenso, poiché colpevole di essersi dimenticata di andare al supermercato e di non avere studiato bene il Corano". Secondo la donna, la versione della figlia sarebbe falsa. 

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