Milano, donna uccisa in casa: pena ridotta all’omicida

Lombardia
Foto di archivio (Fotogramma)

L’omicidio risale al 12 gennaio 2017. Luca Raimondo Marcarelli in primo grado era stato condannato a 20 anni. In appello i giudici gliene hanno inflitto 18 

I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno ridotto da 20 a 18 anni di carcere la pena inflitta a Luca Raimondo Marcarelli, il 34enne che ha confessato di aver ucciso Tiziana Pavani. L’omicidio risale al 12 gennaio 2017. L’imputato uccise la donna, una ventina di anni più grande di lui e conosciuta via chat, nella casa di lei alla periferia di Milano, con una bottigliata mentre dormiva. Secondo la Procura, l'uomo aveva agito con premeditazione e anche oggi, come di fatto era già avvenuto in primo grado, era stato chiesto l’ergastolo. La Corte, però, ha escluso, l'aggravante della premeditazione e ha di fatto corretto il calcolo della pena effettuato dal gup Sofia Fioretta, che aveva condannato Marcarelli, accusato di omicidio volontario e rapina, a 20 anni. I giudici d'Assise hanno anche ridotto da 180 mila euro a 30 mila euro il risarcimento alle parti civili, ovvero due cugini della vittima.

La reazione dei familiari

Alla lettura della sentenza, una cugina della vittima presente in aula ha urlato: "L'hanno ammazzata due volte". La donna si è poi rivolta all'imputato e ha urlato "bravo". I familiari della donna uccisa avevano protestano anche in occasione del verdetto pronunciato in primo grado nell’ottobre del 2017. Sempre la cugina, in particolare, aveva affermato: "È vergognoso non riconoscere la premeditazione quando qualche giorno prima del delitto lui ha anche guardato su internet le istruzioni per uccidere. Ci credo che poi uccidono noi donne come niente, ci vorrebbero pene esemplari".

L’omicidio

Marcarelli, con problemi di droga, ammise davanti agli inquirenti e agli investigatori di avere ucciso la donna in preda ad un attimo di "schizzo", dovuto alla cocaina che aveva assunto durante la serata. Dopo l'omicidio, aveva rubato un bancomat dalla borsa della vittima ed era uscito per prelevare alcune centinaia di euro che aveva poi speso in 'gratta e vinci', slot machine e ricariche del telefono. Infine, prima di uscire dall'abitazione della donna, aveva anche aperto il gas del piano cottura. "L'idea - aveva messo a verbale Marcarelli - era quella di cancellare le prove con l'incendio della casa. Il mio cervello in quel momento era completamente in pappa per la cocaina".
 

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