Aborto, in consiglio comunale a Milano protesta di ‘Non una di meno’

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)

La seduta è stata prima sospesa e poi chiusa. La rimostranza è proseguita poi in piazza della Scala dove le attiviste hanno scandito lo slogan 'Nessuno tocchi la 194'

Protesta in Consiglio comunale a Milano di alcune esponenti di 'Non una di meno', il movimento che lotta per i diritti delle donne. Cinque attiviste si sono alzate in piedi, nella zona riservata al pubblico, mentre iniziava in aula la discussione sulla mozione anti legge 194, presentata dal consigliere di Forza Italia, Luigi Amicone. Le donne erano vestite con un mantello rosso e un copricapo bianco come le protagoniste di una nota serie tv, le ancelle di The Handmaid’s Tale, il cui corpo viene sfruttato esclusivamente per avere figli. In mano avevano cartelli con la scritta '70% medici obiettori - 40% obiettori di struttura'.

Discussione posticipata

Dopo alcuni minuti di trambusto alcuni consiglieri comunali della maggioranza, insieme alla Polizia locale presente in aula, hanno convinto le dimostranti a sedersi in modo che potesse riprendere la discussione in aula. Ma a quel punto, visto il clima, il centrodestra ha deciso di posticipare la discussione alla prossima settimana. La mozione di Forza Italia impegna il sindaco e la giunta, tra le altre cose, ad inserire nel prossimo assestamento di bilancio “congrui finanziamenti” a istituzioni, associazioni e gruppi che sostengono in modo concreto politiche a favore della famiglia e della vita e ad approfondire con iniziative gli effetti sociali e culturali prodotti dalla legge che regolamenta l’aborto.

Alessandro Morelli, Lega: “Una carnevalata”

La protesta è proseguita poi in piazza della Scala dove alcune decine di attiviste di 'Non una di meno' hanno scandito lo slogan 'Nessuno tocchi la 194' e hanno acceso dei fumogeni. La seduta del Consiglio comunale è stata prima sospesa e poi chiusa tra l’indignazione delle opposizioni. “Una carnevalata ha interrotto la seduta con la complicità del Pd - ha detto il capogruppo della Lega, Alessandro Morelli -. Usano metodi non democratici per interrompere un dibattito che deve essere aperto e su cui tutti devono esprimere la propria opinione”. Per il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, “non è mai accaduto che la presidenza e gli addetti ai lavori consentissero una protesta per più di un minuto. Questa è durata addirittura 15 minuti - ha concluso -. Siamo in presenza di una sinistra manichea sui temi della famiglia. Prova ne è che non riusciamo nemmeno a discutere la richiesta di trascrizione all’anagrafe del figlio di due padri, un tema sul quale in Consiglio sono già emersi vari dubbi e perplessità”.

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