Red Room, snuff movie e dark web nel fumetto horror di Ed Piskor

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Gabriele Lippi

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Un volume che introduce una nuova esperienza narrativa a tinte fortissime, che pesca a piene mani dal genere gore

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L’horror è morto. O forse non è mai stato meglio. Il dibattito è aperto sul fronte cinematografico mentre nel mondo a fumetti il genere sembra vivere una nuova fioritura dopo i grandi esperimenti che negli anni ’70 si fecero beffe della Comics Code Authority. L’horror in realtà è vivo, eccome se lo è, capace forse meglio di ogni altro genere di intercettare le ansie sociali quando a maneggiarlo è un autore con la sensibilità giusta.

Un profondo conoscitore del genere

Red Room, fumetto di Ed Piskor (Hip Hop Family TreeX-Men: Grande Design) ne è la prova. La mano di un autore unico che conosce il genere a menadito è evidente. Perché una grande e approfondita conoscenza, unita al rispetto dei classici, è ciò che serve per potersi permettere di portare gli stilemi di genere verso nuove frontiere.

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Snuff movie e dark web

Red Room lo fa raccontando un mondo e una società in cui lo snuff movie illegale è il passatempo di ricchi annoiati che scaricano la loro perversione pagando in bitcoin per assistere a orrendi omicidi mandati in streaming nel dark web. Un esperimento di meta torture porn, come se Saw l’Enigmista si fosse messo a distribuire in rete le sue uccisioni. Il racconto è certamente cruento, non adatto a tutte le età e a tutte le sensibilità, urta perché il suo scopo è esattamente quello di urtare. Il segno grafico dal tratto leggermente caricaturale e il bianco e nero sporco attutiscono almeno in parte l’effetto del gore, fornendo allo stesso tempo un curioso contrasto tra la violenza di ciò che è raccontato e lo stile attraverso cui è espresso.

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La società dietro la perversione

Ma mentre mette in scena le torture peggiori, Piskor non dimentica l’aspetto più umano della trama, raccontandoci dettagli della vita quotidiana delle star delle Red Room e delle vittime, quando queste riescono a uscire dall’anonimato in cui normalmente vengono segregate. Red Room è inquietante perché, sebbene non abbia poi grandi intenti allegorici, ritrae una società possibile e costruisce un mondo che affonda le radici nel nostro, pescando a piene mani dalla storia dello snuff movie e dalle cronache del dark web. È inquietante perché ci mette davanti a dei mostri che non sono solo i crudeli serial killer star delle Red Rooms, ma anche, e forse soprattutto, i clienti in giacca e cravatta che coperti da anonimato alimentano il business sadico.

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Un fumetto non per tutti

Panini Comics, che ha pubblicato il volume in Italia, ha scelto di venderlo avvolto in una fascia di plastica che copre completamente la copertina e ne impedisce lo sfoglio sugli scaffali di fumetterie e librerie. Piskor ha approcciato l’esplicitezza dei suoi contenuti con piglio più satirico, parodiando il logo della Comics Code Authority sulla sua copertina. Il volume raccoglie i primi quattro capitoli di una saga che Piskor ha intenzione di proseguire per approfondire proprio gli aspetti sociali del mondo da lui costruito.  Il volume contiene un'ampia sezione di contenuti speciali, una prefazione e un commento finale delle tavole dell'autore, oltre a vari disegni preparatori e storyboard.

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