Blue Giant, il jazz raccontato in versione manga da Shinichi Ishizuka

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Gabriele Lippi

Blue Giant mockup

La serie, pubblicata in Italia da J-Pop, segue le vicende di Dai Miyamoto, un giovane liceale deciso a diventare il più grande jazzista del mondo. Con disegni magnifici e momenti decisamente intensi

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Dai Miyamoto è un ragazzo con un sogno decisamente ambizioso: vuole diventare il jazzista più grande al mondo. E per farlo è disposto a qualsiasi cosa. Si può riassumere in pochissime parole la trama di Blue Giant, serie manga di Shinichi Ishizuka, pubblicata in Italia da J-Pop (il primo volume dei cinque in programma è già disponibile al prezzo di 15 euro per 420 pagine). Una riduzione in minimi termini che rende l’idea di cosa sia al centro della storia ma che non rende giustizia alla complessità dell’opera.

Un fumetto non ha sonoro

“Un fumetto non ha sonoro”, è questa la prima questione che l’editore ha posto a Ishizuka quando ha ricevuto la proposta per Blue Giant. Già, un fumetto non ha sonoro, ma fortunatamente la musica in generale e il jazz in particolare sono fatti di gesti, di guance che si gonfiano, di schiene che inarcano seguendo il ritmo, di dita che si muovono velocemente sulla tastiera di un sassofono per trasformare l’aria in note. La musica in generale e il jazz in particolare sono fatica e sacrificio, in un senso molto più fisico di quanto si sia abitualmente portati a pensare.

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Spokon col sax al posto della palla

Ishizuka sfrutta il modello dello spokon, ma toglie la palla dalle mani del suo protagonista e gli regala un sax. Letteralmente, perché all’inizio della storia Dai è un giocatore del club di basket del suo liceo a Sendai, prima che il suo amico Shuhei gli faccia ascoltare per la prima volta un disco di Miles Davis, innescando il più classico dei colpi di fulmine. Dai non riesce più a smettere di ascoltare jazz, si procura un sassofono (più avanti, nel corso della storia, verrà spiegato come) e dopo le lezioni passa lunghissime ore a suonarlo sulla riva del fiume Hirose. In qualsiasi condizione di tempo, col sole che gli cuoce la testa e rende rovente l’ottone dello strumento, con la pioggia che gli bagna il volto e rende scivolosi i tasti.

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Gli altri personaggi

Nel primo volume, gran parte dello spazio è occupato dal protagonista, il cast di contorno – certamente più ridotto rispetto a quello di uno spokon, dal momento che il sassofono è uno “sport individuale” -  rimane generalmente poco approfondito. Vediamo il padre di Dai, che lo supporta anche nella scelta di lasciare gli studi dopo il diploma per dedicarsi interamente alla musica; il fratello maggiore e la sorella minore, il già citato Shuhei, amico di infanzia; il signor Hirose, titolare del negozio di strumenti in cui Dai compra le ance per il suo sax tenore. E nella seconda parte facciamo la conoscenza con quelli che sembrano poter diventare i due personaggi più importanti per la crescita di Dai: Miwa, ragazza del club di nuoto per cui Dai si prende una cotta e con cui andrà al Festival di Sendai, e il signor Yui, maestro che prenderà Dai sotto la sua ala per sgrezzarne il talento naturale e insegnargli la tecnica.

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Storia di un successo annunciato

La parabola di Dai Miyamato è già segnata: riuscirà nel suo ambizioso intento di diventare uno straordinario jazzista professionista. Lo sappiamo perché conosciamo gli stilemi del genere ma anche perché Ishizuka inframmezza il racconto della vicenda con interludi in cui amici e parenti del protagonista raccontano aneddoti su di lui in una serie di interviste televisive verosimilmente realizzate per uno speciale su di lui. Ciò che non sappiamo è come ci arriverà, quanto ci metterà, quanto dovrà sudare e faticare. Ed è qui che sta il viaggio appena cominciato e che proseguirà per i prossimi 4 volumi. Un viaggio mangificamente disegnato che certamente vale la pena di continuare e che presto diventerà anche un film animato.

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