Andrea Vitali: "Scrivere è un po' come lavorare in ferramenta"

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Filippo Maria Battaglia

©IPA/Fotogramma

Il narratore di Bellano torna in libreria con un romanzo pubblicato da Einaudi Stile libero. E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice: "La ferramenta è un mondo pieno di cose e di oggetti infiniti. In questo, credo si possa paragonare alla narrativa"

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Da qualche settimana Andrea Vitali è tornato in libreria con un romanzo, pubblicato da Einaudi Stile libero e intitolato “Sono mancato all’affetto dei miei cari”. Racconta la storia di un proprietario di una ferramenta tutto concentrato sul lavoro ("poche balle e patti chiari", come spiega lui stesso), alle prese con tre figli che gli daranno più di un grattacapo.

"La scrittura? Un lavoro artigianale"

 "Non sono in grado di distinguere tra un cacciavite a stella e una pinza - ammette Vitali durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24 - ma nei confronti della ferramenta ho sempre nutrito grande ammirazione: è un mondo pieno di cose e di oggetti infiniti, e in questo credo si possa paragonare alla scrittura, che ho sempre considerato un lavoro aritgianale".

Nell'intervista Vitali parla dell'importanza del pettegolezzo e dell'aneddoto in una storia ("sono nati così alcuni capolavori della letteratura") e di quanto la prima impressione conti nella vita e sulle pagine di un libro: "Ho fatto il medico di base per venticinque anni ed è lì che ho imparato a guardare accuratamente la mimica facciale per intuire lo stato pisco-fisico di chi mi sta davanti. Un'abitudine, questa, che mi è stata utilissima per poi riuscire a descrivere certe situazioni tipicamente narrative".

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