In “Italica” Giacomo Papi ripercorre il secolo scorso grazie a trenta racconti di alcuni tra i più apprezzati autori. “La letteratura - dice a Sky TG24 - ha il grande vantaggio di descrivere, molto spesso in diretta, ciò che accade ed è per questo che è anche documento”
"La letteratura è un documento, come la pittura, la musica, l’architettura e l’arte in generale" perché "i romanzi, i racconti e le poesie documentano anche le emozioni, il modo di parlare, litigare e scherzare, la lingua segreta del potere". È quanto scrive Giacomo Papi nella prima pagina di “Italica”, una biografia del Novecento italiano composta grazie alle pagine di alcuni dei più grandi autori nostrani.
"La letteratura ha il grande vantaggio di descrivere, molto spesso in diretta, ciò che accade", dice Papi durante "Incipit", prima di aggiungere che "se vogliamo sapere com'era l’aristocrazia russa durante l'avanzata napoleonica, ‘Guerra e pace’ è un documento assai più interessante di un trattato storico".
Da De Roberto a Calvino, il racconto del nostro '900
"‘Italica’ - spiega Papi - è innanzitutto questo: una scommessa sul fatto di poter raccontare, attraverso la letteratura, come i contemporanei pensavano alla storia mentre questa accadeva, quali erano i loro sentimenti, il loro modo di vestire e di parlare”. Non è un caso che nelle introduzioni a ognuno di questi trenta racconti le analisi più prettamente letterarie cedano il passo, grazie a un certosino lavoro documentale, a statistiche e annuari. Tra una pagina di De Roberto e una di Calvino si scopre così quanto fossero più alti i soldati di leva del 1940 rispetto a quelli del 1915, quanti libri si comprassero nel dopoguerra, o quanto costasse un biglietto del tram, una Topolino o un chilo di parmigiano.
"Italica" è un’antologia che può essere letta in molti modi, ma è il tipico libro in cui la quantità fa anche la qualità. Merito di una ricchezza di punti di vista e di una preziosa lateralità di sguardi che, pagina, dopo pagina, si trasforma un risorsa rara e sempre più inattuale.
