Studio Socint, Italia rischia disagio socio-economico

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I rischi vanno monitorati non solo nell'immediato, ma anche nel medio periodo, poiché la criminalità organizzata e i Paesi stranieri potrebbero agire a distanza di tempo

Sarà il disagio sociale, conseguenza degli aspetti sanitari, economici e politici, l'elemento più grave da affrontare dopo l'emergenza dettata dal nuovo coronavirus. Stando ad una ricerca curata dal presidente della Socint Mario Caligiuri, direttore del Laboratorio sull'Intelligence dell'Università della Calabria, - redatta insieme ai ricercatori Roberto Macheda (Ricaduta Economica), Francesco Napoli (Ricaduta Industriale - Piccola e Media Impresa), Luigi Barberio (Ricaduta Economica - Ricaduta Industriale) e Luigi Rucco (Ricaduta Scientifica) “il disagio sociale rischia anche di riaccendere le spinte separatiste nelle aree più sviluppate del Paese”.

“Dal punto di equilibrio che si raggiungerà tra le condizioni di indigenza e la riduzione del benessere, potrebbe dipendere la sicurezza delle istituzioni democratiche del nostro Paese" osservano i ricercatori che ritengono questo "l'aspetto centrale" derivante dall'emergenza. Parimenti, argomentano ancora gli studiosi, "stanno emergendo tendenze verso un potenziale allontanamento dall'Unione europea".

A livello di policy, i ricercatori pongono l'accento anche su "misure che possano riequilibrare il divario tra classi sociali e in particolare tra le élite pubbliche e i cittadini, attraverso interventi strutturali sulla riduzione dei costi della politica e dell'apparato burocratico", provvedimenti per i quali i ricercatori evidenziano che "in gran parte basterebbe un decreto legge". Si tratta secondo gli studiosi "di somme che incidono poco sul bilancio dello Stato ma rispondono molto a criteri di ragionevolezza per riavvicinare le élite ai cittadini".

Con l'emergenza Covid-19, "è emersa anche la necessità di ridefinire i poteri tra Stato e Regioni specie in ambito sanitario. A livello geopolitico, si è posto il tema di un chiaro posizionamento italiano rispetto alle alleanze internazionali, avendo come punto di riferimento l'interesse nazionale". Sul piano militare, l'analisi dei ricercatori dell'associazione scientifica ha preso in esame "il probabile ridimensionamento dei fondi nel bilancio dello Stato nel settore della difesa, stimato in circa 3 miliardi di euro" e si è posto l'accento "sulla protezione del dominio cyber e la prevenzione di minacce nucleari, biologiche e chimiche, considerato che l'attuale pandemia potrebbe non essere l'ultima".

Nell'ambito economico e industriale, i ricercatori hanno prevista "la debolezza italiana sui mercati internazionali, che potrebbe comportare infiltrazioni criminali e acquisizioni degli asset nazionali da parte estera. Pertanto viene auspicato l'aggiornamento della normativa del golden power, valutando in questa fase il divieto di vendita delle aziende strategiche". Per i ricercatori della Socint "i rischi vanno monitorati non solo nell'immediato, ma anche nel medio periodo, poiché la criminalità organizzata, le multinazionali, le banche d'affari, i fondi sovrani e i Paesi stranieri potrebbero agire a distanza di tempo ponendo però adesso le basi per i loro interventi futuri". Inoltre, "proprio ora andrebbero predisposte le condizioni legislative e fiscali per incentivare il rientro delle sedi legali delle aziende e delle attività produttive".

L'occhio dei ricercatori si rivolto anche al livello scientifico perché la pandemia ha evidenziato "la necessità di rafforzare la sicurezza dei dati e delle infrastrutture digitali, in particolare delle strutture sanitarie e della ricerca". È stata poi "richiamata l'importanza di bilanciare il ruolo degli scienziati con quello dei decisori politici, poiché si è passati da una iniziale sottovalutazione degli esperti a fare dipendere da loro anche parte delle scelte politiche". Infine, nella ricerca è stato fatto notare che "l'emergenza educativa non può essere affrontata semplificando ulteriormente i percorsi di studio perché questo -argomentano gli studiosi- sicuramente accrescerà le distanze sociali e le differenze territoriali tra Nord e Sud".

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