Bergoglio sarà il primo pontefice a farlo in 728 anni
(ANSA) - L'AQUILA, 23 LUG - E' in "tour" di presentazioni con almeno 17 tappe prima del 28 agosto, giorno dell'apertura della Porta Santa di Collemaggio da parte di Papa Bergoglio, il nuovo libro di Angelo De Nicola, "I Papi e Celestino V - La Perdonanza da Bonifazio VIII a Francesco", dedicato all'epocale visita all'Aquila del Pontefice: si tratta, infatti, del primo Pontefice in 728 anni che schiude, la prima Porta Santa della Storia, anticipatrice anche del Giubileo, riconoscendo il messaggio di Pace di Papa Celestino V (ancor più di attualità in questi drammatici giorni di guerra) per secoli ignorato e ostracizzato dalla Chiesa per quelle sue clamorose dimissioni il 13 dicembre 1294 dopo soli quattro mesi dall'incoronazione all'Aquila, il 29 agosto di quello stesso anno.
Per celebrare l'evento il libro ripercorre l'atteggiamento che i vari Papi hanno avuto nei confronti della figura di Celestino V e della Perdonanza, ovvero della Bolla con cui, al momento dell'incoronazione all'Aquila, Fra' Pietro del Morrone concesse il Perdono da tutti i peccati a chi, sinceramente pentito e confessato, fosse passato sotto la Porta Santa di Collemaggio tra il 28 e il 29 agosto di ogni anno.
Dunque, da Bonifacio VIII, il successore di Celestino, che tentò in tutti i modi di annullare (che per l'epoca voleva dire distruggerla fisicamente) la Bolla del Perdono, senza riuscirvi per la coraggiosa resistenza del popolo aquilano che, infatti, ne custodisce la proprietà morale e materiale da 728 anni e, ancora oggi, promuove e organizza ogni anno la Perdonanza Celestiniana con l'apertura della Porta Santa che è stata tenuta, nella versione cosiddetta "moderna" (ossia dal 1983 in poi) da 39 Cardinali.
Fino, in epoca moderna, a Paolo VI, il primo a parlare delle dimissioni come di un gesto eroico; a Giovanni Paolo II e soprattutto a Benedetto XVI che, dopo aver fatto un percorso di "riabilitazione" della "damnatio memoriae" di Pietro del Morrone, sostenendo che "seppe agire secondo coraggio e in obbedienza a Dio» e smontando così il marchio di vigliaccheria causato dal famoso verso dantesco ("vidi l'ombra di colui che per viltade fece il gran rifiuto"), fino al punto da dimettersi esattamente come fece il suo predecessore. E, infine, a Papa Bergoglio che di Celestino V ha detto: "C’è un’idea forte che mi ha colpito, pensando all’eredità di San Celestino V. Lui, come San Francesco d’Assisi, ha avuto un senso fortissimo della misericordia di Dio, e del fatto che la misericordia di Dio rinnova il mondo".(ANSA).