Domenica 21 alle 18 al Museo delle Genti incontro con l'autore
(ANSA) - PESCARA, 20 NOV - "Ho attinto a oltre 600 opere tra saggi e articoli, individuando correnti di pensiero di studiosi che si sono occupati dei processi creativi. Ho intervistato centinaia di professionisti della creatività, prendendo in esame i loro metodi e/o rituali. Sono stato osservatore partecipante all'interno di agenzie di comunicazione, società di consulenza, istituti di formazione e università, associazioni culturali, case editrici e in tutte le organizzazioni osservate ho riscontrato tecniche che attivano routine nella gestione della creatività". Così Simone D'Alessandro, dottore di ricerca in Scienze Sociali presso l'Università D'Annunzio di Chieti-Pescara e coordinatore della Ricerca per la Fondazione Industria Responsabile Hubruzzo, parla della monografia "Creative Actions and Organizations - Towards a reflective sociology of serendipity", pubblicata da Cambridge Scholars. Un lavoro, il suo, che cancella i luoghi comuni sui processi creativi e inaugura una sociologia riflessiva sulla Serendipity, ovvero la capacità o la fortuna di fare inattese e felici scoperte, specialmente in campo scientifico, per caso, mentre si cerca altro.
D'Alessandro sarà domani, domenica 21 novembre, al FLA, a Pescara: alle 18 al Museo delle Genti d'Abruzzo, nella sala Favetta, ne discuterà insieme al general manager di Innovalley Federico Fioriti, al presidente di Abruzzo Sviluppo Stefano Cianciotta, all'amministratore delegato di Proger Umberto Sgambati e al Ceo Virgola.com Massimo Di Cintio.
"Sono partito dall'idea di ricostruire un dialogo sociologico della creatività nelle organizzazioni integrando i seguenti paradigmi: la sociologia relazionale, l'approccio sistemico, il costruttivismo radicale, le idee di Sennett sull'artigiano, le idee di Wittgenstein e Searle sul linguaggio, le idee di Dummett e Goedel sulla logica e quelle di Hofstadter sull'intelligenza artificiale. Ho censito 200 tecniche, ognuna delle quali presentava elementi presenti anche nelle altre tecniche. Dal XX secolo ad oggi notiamo che i metodi sono aumentati e, allo stesso tempo, hanno determinato una sclerotizzazione procedurale del pensiero laterale. Ciò ha influito anche sulla qualità delle innovazioni". "Stando alle mie indagini - scrive D'Alessandro - 'Talento, Tecnologia e Tolleranza sociale' non determinano un incremento di creatività e, conseguentemente, d'innovazione. Un ambiente cosmopolita e ricco di risorse non favorisce la creatività più di un ambiente provinciale e povero. Si può parlare di sentieri creativi differenti: esistono luoghi in cui è possibile elaborare analiticamente e luoghi in cui ideare sinteticamente. Luoghi in cui si realizza a partire dall’eccesso e luoghi in cui si costruisce a partire dalla mancanza". (ANSA).