Sindaco Atri scrive a ministro,da scuola pubblica brutto esempio
(ANSA) - ATRI, 17 APR - Effettuare una preiscrizione per un indirizzo di studi regolarmente attivo nell'Istituto Scolastico prescelto e, a causa di un sovrannumero di iscritti, ritrovarsi a dover superare una selezione con il rischio di dover ripiegare su un altro indirizzo o di dover scegliere un'altra città.
L'episodio, "increscioso e discutibile", si verifica ad Atri, nel Teramano. Protagonisti 46 studenti che vogliono iscriversi al Liceo Scientifico a Indirizzo Sportivo dell'IIS 'Adone Zoli'.
Viene però negata la possibilità di dare vita a due classi per il prossimo anno scolastico. Il sindaco di Atri, Piergiogio Ferretti, ha quindi scritto una lettera al ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi.
Il numero degli studenti è eccessivo per una sola classe, ma l'Ufficio Scolastico Regionale ha negato la possibilità di dare vita a due classi prime per la prossima annualità, per cui - è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa in Comune - i 46 studenti iscritti saranno chiamati per una selezione e circa 20 di loro resteranno fuori, vedendosi negato il proprio diritto allo studio. Dopo aver scritto lo scorso 5 febbraio all'Ufficio Scolastico Regionale "senza ottenere risposta e apprendendo la notizia da una dirigente qualche giorno fa", il sindaco ha deciso di informare il ministro.
A proposito dell'interessamento del Comune, il primo cittadino spiega che l'ente "sin dalla prima istituzione del Liceo ad indirizzo sportivo, ha attuato una serie di investimenti tesi a incoraggiare lo sviluppo di tale indirizzo".
Ferretti si definisce "basito e sconvolto: il fatto che un istituto della città di Atri raccolga così tanti iscritti - dice - è solo una notizia positiva che deve rallegrarci e devono essere messe in campo tutte le azioni per accogliere al meglio gli studenti. Invece si nega loro il diritto a scegliere, come hanno potuto fare i loro coetanei, il proprio indirizzo di studi preferito".
Il sindaco chiede una deroga. "Negli anni scorsi - aggiunge - c’è sempre stata l’autorizzazione per dare vita a più classi e, a parità di normativa e con meno difficoltà degli organici, non è chiaro perché c’è stata questa inversione di tendenza. Tutti si rivolgono anche a noi sindaci per avere risposte e non è semplice spiegare questo fatto paradossale in cui sicuramente la scuola pubblica non dà un grande esempio di civiltà”, conclude Ferretti. (ANSA).
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