Covid:Ass. Abruzzo, campagna vaccini funziona,stop polemiche

Abruzzo

Verì, Regione al 13esimo posto in Italia, basta spargere ansia

(ANSA) - PESCARA, 21 FEB - "Ora basta parlare di giunta lenta e mancanza di organizzazione nella campagna vaccinale anti Covid nella nostra regione: nella sola giornata di ieri sono state vaccinate 4722 persone in Abruzzo. E basta anche sostenere che siamo ultimi, perché la nostra percentuale stamattina è la 13esima su 21 Regioni e Province autonome. E' questa la nostra capacità vaccinale e mi dispiace molto sentire affermazioni senza alcun fondamento che creano solo ansia e angoscia nella popolazione, già provata da un anno di convivenza con la pandemia".
    Lo puntualizza l'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, che torna a ribadire come l'organizzazione allestita in Abruzzo (e coordinata dal referente regionale Maurizio Brucchi) funziona e i numeri lo confermano.
    "I dati pubblicati sul sito del Ministero non sono una classifica - continua l'assessore - perché i dati presi a riferimento non sono omogenei su tutto il territorio nazionale e quindi andrebbero analizzati utilizzando un valore unico di riferimento. E' stato ribadito anche dagli organi nazionali, ma in Abruzzo per ovvi motivi di strumentalizzazione politica, la minoranza fa finta di non saperlo".
    Uno dei dati su cui la Verì invita a fare un confronto è quello tra le dosi consegnate alla Regioni rispetto alla popolazione residente: un rapporto che ad oggi è del 6.6 per cento in Abruzzo, del 7.1 nelle Marche, del 9.75 in Friuli Venezia Giulia, del 9.8 in Liguria, del 7.1 in Sardegna e del 7.8 per cento nel Lazio.
    "E' dunque ovvio - prosegue - che anche il rapporto delle somministrazioni rispetto alla popolazione residente risulti sbilanciato. Nonostante questo, però, siamo solo un paio di punti percentuali sotto la media nazionale, che a sua volta è calcolata su valori assoluti e non parametrati alle caratteristiche del territorio. Il 71.3 per cento dell'Abruzzo, dove gran parte della popolazione vive in piccoli centri spesso montani, non può essere confrontato con il 74.8 del Lazio, dove su 5 milioni e 700mila residenti, ben 4 milioni e mezzo vivono nell'area metropolitana di Roma. Farlo significa essere in malafede o non sapere far di conto". (ANSA).
   

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