'Liquidità prevista da Governo non è risposta esaustiva'
(ANSA)-PESCARA - Il turismo è il "grande assente nei decreti del Governo: lo diremo come conferenza degli assessori al sottosegretario, Lorenza Bonaccorsi, affinché si possa, nel redigendo decreto, correggere l'impostazione". L'assessore a Turismo, Cultura e Sviluppo economico della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, coordinatore nazionale della Commissione Turismo e Industria Alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, lancia l'allarme su uno dei comparti produttivi - quello dei 'turismi' - più colpiti dal virus. "L'abbattimento del volume d'affari in Italia si calcola pari a 33 miliardi di euro e non credo che la liquidità prevista dal Governo possa essere una risposta esaustiva". Febbo, alla redazione di "Sos Coronavirus", anticipando i contenuti del colloquio con il sottosegretario Bonaccorsi, ha espresso le proprie "riserve sul decreto del Governo che manca di due misure essenziali come il fondo perduto e, appunto, un pacchetto a sostegno del turismo". Rispetto alle "tante piccole attività che dalla sera alla mattina sono state spazzate via, non credo vada bene lo strumento della liquidità. Noi come Regione Abruzzo, nel disegno di legge 'Cura Abruzzo', abbiamo previsto una misura che vale 12 milioni di euro a fondo perduto, proprio per la piccolissima imprenditoria e i professionisti. Dovendoci però uniformare alle misure del Governo, stiamo riflettendo su come sostenere questo settore economico e ragioniamo sull'ipotesi di tramutare la misura in un fondo perduto per la quota interessi". Anche per la grande industria il 'Cura Abruzzo' prevede forme di intervento pari a 5 milioni di euro, cui si aggiungono i 9 precedentemente stanziati, destinati ai contratti di programma che saranno in grado di movimentare investimenti per 600 milioni di euro. La nota dolente resta il turismo: "Mi auguro che ci sia un ripensamento per un pacchetto specifico destinato al comparto".
Febbo, chiesto lo stato di crisi per il turismo
"Abbiamo rappresentato al governo lo sconcerto e il disappunto per l'assenza di considerazione e interventi specifici per il settore turistico nei decreti emessi finora e chiesto unanimemente l'attivazione dello stato di crisi". Lo riferisce Mauro Febbo, coordinatore nazionale della commissione Turismo e Industria Alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, nonché assessore a Turismo e Attività produttive della Regione Abruzzo, al termine della riunione della commissione convocata nel pomeriggio dell'8 aprile, presente il sottosegretario con delega al Turismo Lorenza Bonaccorsi.
"Il settore turistico italiano sarà il più colpito dalla crisi causata dall'emergenza Covid19, perché interviene sulla mobilità delle persone, e sarà quello che ripartirà più lentamente degli altri settori industriali - continua Febbo - Perciò tutti gli assessori hanno chiesto al governo un decreto dedicato a interventi per sostegno e rilancio del settore". Al sottosegretario è stato anche richiesto, prosegue Febbo, "di inserire urgentemente, nel Dpcm in emanazione, una disposizione specifica che consenta (come fatto per una sola Regione!) l'accesso a stabilimenti balneari, villaggi e campeggi, chiusi al pubblico, del solo personale strettamente impegnato in comprovate attività di manutenzione e vigilanza, per preparare la ripartenza della stagione alle porte".
Il sottosegretario, riferisce Febbo, "ha comunicato la convocazione di un incontro con il ministro Franceschini martedì o mercoledì della settimana prossima, per condividere emendamenti e proposte presentati dalla commissione degli assessori al Turismo e, data la particolarità del settore, l'attivazione dello 'stato di crisi' per poter attivare le procedure di recupero di perdite e danni subiti, equiparando la pandemia globale e la grave crisi sanitaria da Covid19 alle calamità naturali. Sarà anche proposto di attivare, nella Programmazione Fesr 20-27, apposito Fondo Strutturale dedicato esclusivamente al turismo (Fest)". (ANSA).