Cappella Sistina, dopo oltre 400 anni esposti tutti i dieci arazzi di Raffaello

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Per i 500 anni dalla morte del Mestro d’Urbino, fino al 23 febbraio, i visitatori dei Musei Vaticani possono ammirare contemporaneamente queste opere. Direttrice Jatta: “Era dalla fine del Cinquecento che non venivano posizionati tutti contemporaneamente nella Sistina”

Dopo oltre 400 anni, per la prima volta, la Cappella Sistina è adornata di nuovo con tutti i dieci arazzi con gli Atti degli apostoli, più il Fregio delle Ore e quello delle Stagioni, realizzati sui cartoni di Raffaello Sanzio. Un evento unico, che i visitatori dei Musei Vaticani potranno ammirare fino al 23 febbraio, in occasione dei 500 anni dalla morte del Maestro da Urbino.

Gli Arazzi di Raffaello

Gli arazzi mostrano, tra l’altro, le barche sull'azzurro delle acque del Mar Morto, con il riflesso dei volti stupefatti per una pesca tanto miracolosa; la consegna delle chiavi a Pietro, con Cristo risorto nella sua veste decorata in oro; poi la Lapidazione di Santo Stefano, la Guarigione dello storpio, la Conversione di Saulo. Il 26 dicembre 1519, Paris de Grassis - cerimoniere della Cappella Papale - scrisse che “a giudizio universale non si era mai visto niente di più bello al mondo”. E la meraviglia è la stessa anche oggi.

Dalla fine del Cinquecento non venivano posizionati tutti nella Sistina

“È una grande emozione anche per noi. Ci sono state altre due esposizioni degli arazzi, nel 1983 e nel 2010, ma era dalla fine del Cinquecento che non venivano posizionati tutti contemporaneamente nella Sistina”, ha detto la direttrice dei Musei, Barbara Jatta. “Si completa così – ha aggiunto – il messaggio teologico e visivo della Cappella" raccogliendo allo stesso tempo "il recente messaggio di Papa Francesco che ha ricordato Raffaello come figura chiave del Rinascimento, che con la sua opera seppe esprimere valori come concordia, libertà e bellezza che conducono a elementi più alti e vanno condivisi".

La storia degli arazzi

Gli arazzi, di solito esposti a rotazione nella sala Ottava della Pinacoteca, sono stati commissionati da Papa Leone X per le pareti della sua Cappella Magna, dove sulla volta già trionfava la Creazione di Michelangelo ma non ancora il Giudizio Universale. Raffaello, giovanissimo, ha concepito un ciclo monumentale con le vite di Pietro e Paolo, i cui cartoni sono stati mandati nelle Fiandre per essere tessuti nella bottega di Pieter val Aelst. Solo sette sono stati esposti quel 26 dicembre 1519, pochi mesi prima che Raffaello morisse a 37 anni. Gli altri sono arrivati in Vaticano un paio di anni dopo.

Sono servite 13 ore per posizionarli

Grandi 30 metri quadrati per 50-60 chili di peso ciascuno, tessuti in fili d'oro, ricchi di colori e particolari, "per issarli e posizionarli lassù – ha raccontato la curatrice dei Reparti Arazzi e Tessuti dei Musei, Alessandra Rodolfo – sono servite 13 ore". L’ordine in cui erano posizionati è uno dei tanti misteri che questi capolavori, "razziati nel Sacco di Roma, presi dai francesi a fine '700 e ricomprati dal Cardinal Consalvi", ancora portano con sé. "Abbiamo studiato i pochi documenti che raccontano gli arazzi nella Sistina e i 'nulli' su come erano posizionati – ha detto Rodolfo –. A fine '500 c'era una grande disputa teologica su chi tra Pietro o Paolo dovesse occupare la sinistra dell'altare". "Forse inizialmente due arazzi erano al posto del Giudizio Universale, ma immaginate cosa avrebbero detto se li avessimo appesi lì...", ha aggiunto la direttrice Jatta. C'è poi il mistero dei cartoni, oggi al Victoria and Albert Museum di Londra, "le cui misure – ha spiegato Rodolfo - non coincidono con quelle degli arazzi, tanto che potrebbero essere dei modelli da cui trarre poi i cartoni". Di certo oggi testimoniano quanto "Raffaello sia debitore a Michelangelo".

Gli arazzi non sono sotto vetro

Nella Sistina, al contrario della Sala Ottava, gli arazzi - dopo essere stati restaurati, messi in sicurezza, foderati - non sono sotto vetro, "ma godono di un microclima adatto, ci sono i dissuasori e abbiamo intensificato i custodi". "Siamo consapevoli di quanto siano delicati – ha assicurato Jatta –. Ma sono nati e sono stati realizzati per essere arrotolati e spostati. Dai documenti sappiamo che vennero usati per molte occasioni nei diversi palazzi della corte pontificia. Abbiamo anche scelto appositamente un periodo di pubblico 'relativo'". E il loro viaggio non è ancora finito. "Il Sacrificio di Listra – ha detto Jatta – andrà alle Scuderie del Quirinale per la mostra su Raffaello e San Paolo ad Atene alla National Gallery di Londra". Tra i prossimi appuntamenti per il cinquecentenario di Raffaello, anche l'esposizione in Pinacoteca in autunno, dopo il restauro, dei due Pietro e Paolo Patroni di Roma generalmente conservati nell'Appartamento Pontificio e quindi visibili solo al selezionatissimo pubblico delle udienze private del Papa.

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