E’ morto Bernardo Bertolucci, l'ultimo imperatore del cinema. Aveva 77 anni

Spettacolo

Il regista si è spento all’età di 77 anni. Tra i suoi capolavori, Ultimo tango a Parigi (1972), Novecento (1976), l’Ultimo Imperatore (1987), Il piccolo Buddha (1993). L'ultimo film che ha diretto è "Io e te" del 2012, tratto dal romanzo di Ammaniti

Il cinema perde uno dei suoi maestri più grandi (DA PARMA AGLI OSCAR, L'ULTIMO IMPERATORE DEL CINEMA ITALIANO).  Dopo una lunga malattia, si è spento all’età di 77 anni Bernardo Bertolucci, regista di pietre miliari del cinema italiano come "Novecento", "Ultimo tango a Parigi", "Tè nel deserto" e "L’Ultimo imperatore", che gli valse nove Oscar e due David di Donatello (LA GALLERY DEI CAPOLVAORI). Nel 2007 gli fu conferito il Leone d'oro alla carriera alla 64esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e nel 2011 la Palma d'oro onoraria al 64esimo festival di Cannes. L'ultimo film da lui diretto è "Io e te" del 2012, tratto dal romanzo di Nicolò Ammaniti. 

Parma era tutto

"Un gigante del cinema", "grazie maestro", "un vuoto incolmabile", "siamo tutti più soli ora"; sono queste le parole che su Twitter accompagnano la notizia della morte del cineasta, nato a Parma nel 1941. Quella Parma che è stata culla della nouvelle vague italiana e centro di gravità della rabbia e dell'inquietudine delle nuove generazioni che hanno poi dato vita alle contestazioni del 1968. Parma era tutto per Bernardo Bertolucci, primogenito del poeta Attilio, cresciuto al cinema da Pier Paolo Pasolini (ne fu aiutoregista tra il '60 e il '61) e alla poesia da suo padre che lo incoraggiò a pubblicare la prima raccolta "In cerca del mistero" con cui vinse nel '62 il Premio Viareggio. Nello stesso anno Bernardo debuttava come regista con "La commare secca" da un racconto di Pasolini, conquistandosi due anni più tardi, con "Prima della rivoluzione", la fama incontrastata di miglior autore di una nuova generazione di cineasti in cui l'ispirazione creativa va di pari passo con l'impegno civile. 

Storia, società e costumi

Con le sue pellicole ha raccontato l'evoluzione della società, la storia e i costumi attraverso mirabili affreschi di quegli antieroi che incarnano ambiguità esistenziale, conflitto interiore e politico-generazionale. Due esempi su tutti, la narrazione dell'amicizia tra un ricco possidente (interpretato da De Niro) e un contadino (recitato da Depardieu) nel film epico "Novecento" (1976), ambientato nell'ambito dei conflitti politici tra fascismo e comunismo nella prima metà del XX secolo. Oppure il discusso "Ultimo tango a Parigi" che sfidò la censura: è il 1972 e Bertolucci - con Marlon Brando e Maria Schneider - eleva il sesso a trasgressione e soluzione del male di vivere, unica se non definitiva risposta al conformismo. Per "Ultimo tango a Parigi" il maestro fu privato del diritto al voto e condannato per oscenità. Il film fu dato al rogo e se ne salvò solo una copia. La scena del burro fa ancora parlare di sé a oltre 40 anni di distanza e divide tra chi si schiera col cineasta e chi con l'attrice protagonista. Quella sequenza, infatti, non era nel copione e prima di girare Maria Schneider non era stata informata di cosa sarebbe successo: "Le lacrime che vedete sono vere, sono lacrime di umiliazione" raccontò l'attrice scomparsa nel 2011. Quello arrivato nelle sale cinematografiche è il primo e unico ciak.

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