Bimba y Lola apre in Italia, i marchi spagnoli da conoscere

Spettacolo

Maria Teresa Squillaci

L'attrice Ruth Llopis alla Mercedes Benz Fashion Week di Madrid con un paio di stivaletti di Bimba y Lola (Getty Images)
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Il brand fondato nel 2006 dalle due sorelle María e Uxía Domínguez è arrivato a Roma ma è solo uno degli esempi di come si sta evolvendo la moda iberica. Tra abiti boho chic e espadrillas 2.0 ecco le tendenze che vengono da Madrid

È di moda la Spagna. E dopo Zara, Oysho e Loewe, un altro dei brand simbolo dello stile iberico contemporaneo è arrivato in Italia: Bimba y Lola ha aperto il suo primo negozio a Roma. Per alcuni sarà un nome nuovo, in realtà sfogliando una rivista di moda a Madrid è molto difficile non trovare un abito o un accessorio del brand fondato nel 2006 dalle due sorelle María e Uxía Domínguez.

Se Italia e Francia storicamente si contendono il titolo di patria dello stile, e l’Inghilterra è il Paese a cui si guarda per i nuovi trend, i marchi iberici hanno avuto il merito di rendere attraente il “low price”. Madrid è fuori dal circuito tradizionale delle fashion week che vede succedersi, nell’ordine, New York, Londra, Milano e Parigi eppure, con gli italiani e i francesi, gli iberici producono il 60% dell’abbigliamento globale ed è evidente che marchi come Zara, Mango o Desigual abbiano cambiato il nostro modo di vestire. Ma la moda spagnola è molto di più.

Gli eventi fashion principali sono la Mercedes-Benz Fashion Week di Madrid e la Barcelona Fashion Week. Sulle riviste di moda si parla di Penelope Cruz, scelta da Karl Lagerfeld per diventare ambasciatrice di Chanel, e si copia lo stile dell’attrice Paula Echevarría o delle It girl Blanca Miró Scrimieri e Maria Bernad, mentre le giovanissime Federica e Teita Sanchez Ramade sono le nuove modelle emergenti.

I marchi spagnoli sono caratterizzati dall’estro e dal gusto per la sperimentazione. Il concetto base è di per sé banale: non è necessario spendere una fortuna per vestirsi bene. Se però in passato molti brand iberici si limitavano a copiare i modelli dei marchi internazionali, oggi la necessità per tutta l’industria della moda di fare attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale degli abiti ha portato anche gli stilisti spagnoli a ripensare il modo di vestire.

Ecco allora qualche marchio interessante che ho trovato andando in giro per le strade di Madrid:

Calita Shoes: questo brand produce loafers ed espadrillas fatte a mano e in edizione limitata: sono decorate con disegni spiritosi e per questo vengono definite “le scarpe made in Spain più fotogeniche di Instagram”.

Uterqüe: è il negozio ideale per trovare abiti lunghi da cerimonia a prezzi accessibili, da segnalare anche gli accessori.

-  Brownie: i capi caratteristici sono le camicette in stile boho chic e gli abiti con micro stampe floreali, ma se capitate a Madrid vale la pena fare una tappa qui anche solo per vedere il negozio: un cortile nascosto che si apre in una piccola via del centro.

Maria Escoté: la stilista catalana è una presenza fissa sulle passerelle della Mercedes-Benz Fashion Week di Madrid. I suoi abiti sono femminili ed eccentrici e si caratterizzano per le stampe e i colori vivaci.

Palomo Spain: il designer andaluso è amato da Pedro Almodóvar e Rossy de Palma ed è ormai una presenza fissa delle passerelle maschili parigine.

E per chi ancora pensa che la moda spagnola sia fatta unicamente di scialli con le frange, abiti che ricordano il flamenco ed espadrillas, basta ricordare che Cristobal Balenciaga è stato uno degli stilisti più venerati e amati di sempre. “L’alta moda è come un’orchestra e Balenciaga ne è il direttore. Noi altri couturier siamo i musicisti, e seguiamo le indicazioni che ci dà” disse Christian Dior negli Anni ’50 parlando del sarto basco. Pioniere nell’uso dei tessuti e nella costruzione delle silhouette, vedeva gli abiti come architetture. Non frequentava nessuno, non voleva sentir parlare di soldi, non sopportava che qualcuno parlasse o tantomeno tossisse durante le sue sfilate, rigoroso nella vita come nello stile dei suoi abiti, era lui a chiedere alle modelle di sfilare con il broncio.

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