Per prevenire il fenomeno gli studenti devono essere al centro
(ANSA) - GENOVA, 28 NOV - Per sconfiggere il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo al centro dei progetti educativi devono esserci gli studenti, che devano avere un ruolo attivo nello spirito dell'educazione tra pari. E' questo l'argomento sul quale hanno posto l'attenzione i relatori che hanno partecipato al convegno 'Keep Talking, prevenzione del bullismo e del cyberbullismo', che si è tenuto oggi al teatro della casa Circondariale dei Genova Marassi. Capofila dell'evento il liceo Pertini, che ha lavorato a un progetto per l'individuazione dei cosiddetti studenti sentinella, che hanno come ruolo quello di individuare eventuali situazioni di disagio tra i compagni. Il convegno, al quale hanno partecipato un centinaio di studenti del biennio delle superiori, è stato realizzato assieme al liceo Fermi e all'istituto Omnicomprensivo Valle Scrivia. Tra i relatori, anche l'ex procuratore capo di Genova Francesco Cozzi e l'ex senatrice Elena Ferrara, promotrice e prima firmataria della legge sulla prevenzione e sul contrasto al fenomeno del cyberbullismo. Entrambi i relatori hanno posto l'attenzione al tema dell'educazione attiva degli studenti, sul fatto che debbano essere coinvolti in prima persona. ''Il ruolo attivo dei ragazzi è importante - spiega Claudio Bagnasco, referente regionale per le attività di prevenzione e contrasto al cyberbullismo presso l'Usr Liguria - in questo modo la prevenzione diventa contrasto e la giornata di oggi si inserisce nei progetti di educazione e di legalità. Non intesa solo come rispetto delle norme, ma come cittadinanza attiva. I ragazzi sono il futuro, ma anche il presente, e questo è un modo per vivere il presente coinvolgendoli''. Il referente regionale Bagnasco ha poi evidenziato come ''non solo i ragazzi hanno risposto positivamente, ma hanno posto domande precise e puntuali anche su come comportarsi''. Durante la mattinata di lavori, i relatori hanno poi affrontato il tema delle 'parole', di come ''sia importante parlarsi e riappropriarsi delle relazioni in maniera corretta, senza dimenticare che le parole possono fare più male delle botte''. (ANSA).