Lungo lavoro medici reso inutile dalla gravità della ferita
(ANSA) - GENOVA, 08 NOV - A uccidere Javier Miranda Romero, operaio peruviano di 41 anni, è stata una freccia letale che ha trapassato completamente il fegato e reciso tutti i vasi sanguigni rendendo inutile il tentativo di salvargli la vita da parte di due equipe di medici dell'ospedale San Martino. È quanto emerso dall'autopsia eseguita dal medico legale Sara Lo Pinto su disposizione del pm Arianna Ciavattini. Una situazione talmente grave che i soccorsi, anche se fossero stati più celeri, non avrebbero cambiato l'esito. Anche il tentativo da parte di Evaristo Scalco, l'artigiano che ha scoccato il dardo, di estrarre l'arma, non avrebbe peggiorato la situazione.
Ieri pomeriggio la pm ha fatto un sopralluogo, insieme ai carabinieri, sul luogo del delitto e a casa di Scalco per riscontrare le dichiarazioni del maestro d'ascia rese durante l'interrogatorio di convalida. L'assassino aveva raccontato che la vittima e il suo amico gli avevano lanciato dei petardi in casa. In realtà, secondo quanto si vede dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, i due amici non hanno tirato nulla contro la finestra di Scalco ma sarebbe stato quest'ultimo a lanciare qualcosa dopo avere visto Romero urinare su una saracinesca dal lato opposto dalla finestra. In strada sono stati trovati due petardi azzurri ma inesplosi, che potrebbero essere caduti a qualcuno uscito a festeggiare Halloween la sera prima.
Dopo una prima discussione i due amici vanno via per poi tornare dopo dieci minuti. È a quel punto che la discussione ricomincia e che Scalco avrebbe urlato "andate via stranieri di m..." per poi scoccare la freccia mortale. (ANSA).