Anche chi aveva un'azione di Atlantia vuol essere parte civile
(ANSA) - GENOVA, 20 SET - Il Comitato ricordo parenti vittime del crollo del ponte Morandi prova a rientrare come parte civile nel processo per il crollo del viadotto Polcevera dopo essere stato escluso dal giudice per l'udienza preliminare. "Il Comitato - ha spiegato l'avvocato Raffaele Caruso nel corso dell'udienza dedicata alla discussione per l'ammissione delle parti civili - ha diritto più di tutti a stare qui. Se il principio cardine è quello che tutti i danneggiati hanno diritto a essere risarciti allora chi più del comitato che rappresenta i parenti delle vittime è legittimato?". Il giudice lo aveva escluso per un aspetto tecnico e cioè che non esisteva prima del crollo. "Il criterio dell'anteriorità - ha detto il legale - è una assurdità".
All'udienza di oggi hanno parlato i legali dei residenti di via Porro con le case svalutate, degli abitanti di Certosa che hanno subito traumi per aver assistito al disastro, lavoratori, titolari di aziende che hanno visto un calo del loro fatturato, agenti di polizia e anche un azionista di Atlantia che ha denunciato un danno patrimoniale da 25 euro perché l'unica azione che possedeva si è svalutata. I giudici decideranno sull'ammissione entro la settimana prossima quando riprenderanno le udienze da mercoledì a venerdì, accogliendo anche la richiesta dei legali che arrivano da fuori Genova che avevano lamentato i costi troppo alti degli alberghi per il Salone Nautico.
A processo ci sono 59 persone tra ex dirigenti e tecnici di Autostrade e Spea, ex ed attuali dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche della Liguria. Secondo l'accusa tutti sapevano delle condizioni del ponte ma non sarebbero state fatte le manutenzioni per risparmiare. (ANSA).