Ascensore rumoroso a Genova, risarcimenti e velocità ridotta

Liguria

Ok Comune a transazione per 33mila euro e soluzioni anti disagi

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Risarcimento di 33mila euro a otto abitanti che hanno subito disagi, nuove soluzioni tecniche e velocità ridotta per contenere il rumore entro livelli accettabili. È il contenuto dello schema di accordo per l'ascensore inclinato pubblico a fune di Quezzi, approvato dal Comune di Genova in vista della sottoscrizione della transazione che punta a risolvere la causa in Tribunale promossa da cittadini contro il grave inquinamento acustico derivante dalla messa in funzione dell'impianto.
    L'ascensore-funivia collega via Piero Pinetti a via Fontanarossa nel popoloso quartiere genovese ed era entrato in funzione nel 2015. Nel 2017 era emerso un "vizio" connesso ad un grave disturbo acustico causato dall'impianto, denunciato con esposto e diffida da parte di alcuni residenti nelle vie adiacenti. Il Comune di Genova aveva impedito al collaudo dell'impianto di divenire definitivo, denunciando all'impresa esecutrice le problematiche. Una prima perizia nel 2017 indicava come rimedio la realizzazione di un tunnel fonoassorbente, ma questa soluzione non era stata ritenuta attuabile. Si era quindi resa necessaria l'esecuzione in via sperimentale di alcune opere di insonorizzazione sull'impianto di ascensore con nuovi rulli per l'impianto elevatore. Una nuova perizia del 2021 certificava che la soluzione adottata risolveva i problemi.
    Secondo il nuovo schema di accordo A.M.T. e Comune di Genova si impegnano a contenere le immissioni rumorose generate dall'impianto e a mantenere la velocità di corsa della cabina entro il limite massimo di 0,9 m/s. Lo schema di transazione da sottoscrivere per chiudere la vicenda in Tribunale coinvolge A.M.T., Comune di Genova e la ditta che ha realizzato e si occupa della manutenzione dell'ascensore, che si impegnano a versare agli otto abitanti un indennizzo complessivo di 33mila euro: 10mila euro ciascuno a carico di Comune di Genova (coperto da assicurazione) e ditta, 13 mila euro a carico di AMT, che verserà "la maggior quota senza riconoscimento alcuno di maggiori responsabilità e soltanto pro bono pacis". (ANSA).
   

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