Usata tecnologia gitale per il recupero
Restaurato a quasi ottant'anni dal bombardamento che lo danneggiò gravemente, torna in esposizione uno dei mosaici romani recuperato nell'area archeologica dell'antica città di Luni. Venuto alla luce nel 1824, era stato traslato presso l'ex Monastero delle Clarisse della città ligure, adibito a museo, e qui è rimasto fino al 1943, quando un attacco aereo sulla città aveva raso al suolo l'edificio.
L'opera di recupero è stata portata avanti dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze. "La materia del mosaico è stata restaurata e si è inventato un innovativo sistema di ricomposizione che, senza falsificare l'opera, consente una chiara lettura dei suoi valori artistici ", ha spiegato il soprintendente Marco Ciatti. Per ovviare al notevole stato di frammentarietà del mosaico e ricostruire la posizione delle tessere, all'interno di un disegno ripetitivo, sono state usate tecnologie digitali all'avanguardia. Da oggi il pezzo è esposto presso il museo del Castello di San Giorgio della Spezia.
(ANSA).