Ultimo focolaio durò due anni, sarebbe un disastro
(ANSA) - GENOVA, 18 GEN - "La carne suina ovviamente non è un mercato dominante in Liguria, come è noto non vi sono allevamenti intensivi. Vi è solo un allevamento domestico, che almeno nelle aree di contenimento certamente andrà abbattuto e indennizzato". Lo ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti aggiornando il Consiglio regionale sul cluster di peste suina tra i cinghiali individuato lungo lo spartiacque appenninico tra Liguria e Piemonte, che ha portato un'ordinanza ministeriale a vietare per sei mesi in 114 Comuni le attività di trekking, mountain bike, raccolta funghi, caccia e pesca.
L'obiettivo è impedire il salto dal selvatico all'allevamento suinicolo. Entro oggi è previsto un aggiornamento del numero di capi contagiati in Liguria e Piemonte.
"L'ultimo focolaio di peste suina africana in un Paese dell'Europa continentale - ha detto Toti - è durato un paio d'anni in Belgio, pare trasmesso da alcuni panini con insaccati gettati da militari Nato dopo il ritorno da un'esercitazione in Polonia. Per contenere un focolaio la Cina nel 2017 ha abbattuto 300 milioni di capi nel suo territorio. Occorre chiarire - ha specificato Toti - che la peste suina non è una malattia trasmissibile all'uomo, non incide sull'uomo né dal punto di vista dell'infezione né tantomeno dal punto di vista alimentare.
Le carcasse contagiate vanno distrutte per non far circolare un virus che ha una resistenza temporale e una stabilità ambientale molto potente". Infine, il governatore ha sottolineato che "al momento "Svizzera e Cina hanno chiuso l'export di carne suina italiana, ma nessun Paese della Comunità europea ha introdotto limitazioni viste le attività di monitoraggio intraprese".
(ANSA).