Ponte Genova: Gdf, gli stralli del Morandi miracolati

Liguria

Dipendente Spea, certi controlli non potevamo nemmeno chiederli

 Prima del crollo del ponte Morandi (avvenuto il 14 agosto 2018, 43 morti) gli stralli sembrano "subire guarigioni addirittura miracolose". E' quanto scrivono gli investigatori della guardia di finanza nelle informative depositate per la chiusura delle indagini sulla tragedia. La procura di Genova ha indagato 69 persone più le due società Aspi e Spea (che si occupava delle manutenzioni).
    Tra le relazioni sullo stato di salute del viadotto del 2014 e del 2017 (ultima prima del crollo) "gli stralli a monte, sia della pila 9, sia della pila 10, sembrano subire - scrivono gli inquirenti - "guarigioni" addirittura miracolose: sulla pila 9 ci sarebbe 1 solo cavo con anomalie da corrosione di grado 4 contro i 14 della rilevazione precedente e sulla pila 10 ci sarebbero solo 11 cavi con anomalie da corrosione di grado 4 contro i 24 della rilevazione precedente".
    Non solo. Dalle pagine depositate emergono anche carenze dei controlli anche nelle gallerie.
    A raccontarlo è Maurizio Massardo, dipendente Spea. "Ci sono cose - dice al pm - che non era possibile neanche ipotizzare richiedere, tipo, ad esempio, la rimozione delle onduline e delle reti elettrosaldate in quanto tale intervento avrebbe richiesto una chiusura totale della galleria, non in presenza di traffico, per più giorni. Attualmente, invece, Autostrade consente la chiusura totale a prescindere dalle esigenze di traffico. Fino al 31.12.2019 era impensabile chiedere queste chiusure totali e poter svolgere indagini così approfondite." Una dichiarazione confermata anche dall'ispettore del Mit Placido Migliorino sentito anche lui dal pm. "Ho riscontrato gravi difetti da poter creare pregiudizio alla sicurezza della circolazione. In sintesi, i rapporti trimestrali acquisiti da Spea non rispecchiavano le reali condizioni di conservazione delle opere e i voti attribuiti erano sottostimati".

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