De Lorenzis "Ma crisi colpisce e diminuiti studi con dipendenti"
(ANSA) - GENOVA, 27 APR - I liberi professionisti liguri, accusato il primo colpo della pandemia con un crollo nel primo trimestre 2020 del 16,1% (-6.600) hanno segnato subito dopo la riscossa crescendo nel secondo trimestre di 12.133 unità rispetto ai primi tre mesi dell'anno e segnando un +1.798 sul secondo trimestre 2019. E' la fotografia scattata dal secondo Rapporto regionale sulle libere professioni in Liguria, presentato oggi in streaming da Confprofessioni - presenti fra gli altri gli assessori regionali Giovanni Berrino e Ilaria Cavo - che mette insieme commercialisti e studi contabili, avvocati e medici, notai, psicologi, artisti e archeologi.
"Quello del 2020 è un trend positivo di crescita in controtendenza rispetto alla media nazionale, ma va messo in relazione con un altro dato, la vistosa diminuzione degli studi con dipendenti - avverte il presidente di Confprofessioni Liguria, Roberto De Lorenzis -. Bisogna vedere quanto questo fenomeno sia un rifugio rispetto alla perdita del lavoro subordinato".
Su 40 mila liberi professionisti liguri, dice infatti il rapporto, nel 2019 solo 6.800 (il 16,2%) ha dipendenti, cioè il 40,7% in meno rispetto al 2011. L'83,8% non ne ha. Stenta il ricambio generazionale: fra 2011 e 2019 sono saliti (+9%) i liberi professionisti over 55, arrivati al 37% del totale, mentre quelli fra i 15 e i 34 anni sono scesi dal 19 al 18%. Le donne sono meno numerose, ma l'88% ha una laurea contro il 10% degli uomini.
Tornando al dato generale, il trend non è stato positivo dal 2011 al 2019: il numero dei liberi professionisti in Liguria è rimasto stabile, mentre nel Nord Ovest e in Italia sono aumentati a due cifre. "Per uscire dall'emergenza e progettare il futuro, il ruolo delle competenze garantite in primis dai professionisti sarà fondamentale" commenta De Lorenzis, ma "la crisi ha evidenziato come i lavoratori autonomi, e in particolare i liberi professionisti, siano i più precari fra tutti i lavoratori" quindi servono "parità di condizioni con la piccola impresa", "equo compenso" e si dovrà "migliorare l'accesso al credito e potenziare il welfare". (ANSA).