17 maggio udienza 'svolta'. Tema cruciale in ricerca acquirente
(ANSA) - GENOVA, 24 MAR - Si vanno definendo i tempi della maxi causa di risarcimento contro il riassetto Carige promossa da 44 soci, a partire dalla Malacalza Investimenti, Vittorio Malacalza, il rappresentante dei soci risparmio Michele Petrera e Franco Corti, capofila della Voce degli azionisti. Una sentenza potrebbe arrivare solo a novembre, secondo quanto si è potuto ricostruire, e questo finirà per essere un tema cruciale nella ricerca di un alleato dopo che si è sfilata dall'acquisizione di Carige Cassa Centrale Banca. Sull'istituto ligure grava infatti una richiesta per centinaia di milioni: oltre 486,6 milioni chiesti dalla sola Malacalza Investimenti, 11,8 milioni da altri soci più un petitum indeterminato nel caso dei soci risparmio. Per la banca, va precisato, il rischio di soccombenza è "da ritenersi remoto" (bilancio al 31 gennaio 2020).
La causa promossa dai 44 non è solo contro Carige, ma anche contro il Fondo interbancario di tutela dei depositi, con anche lo Schema volontario, e la stessa Cassa Centrale Banca. Alcuni dei ricorrenti - inclusi Malacalza Investimenti e gli azionisti risparmio - avevano chiesto sia pure per motivi in parte diversi, che venisse disposta una consulenza tecnica d'ufficio.
Il 6 marzo però la giudice Francesca Lippi ha respinto tutte le istanze istruttorie ritenendole "superflue" e ha quindi fissato il 17 maggio l'udienza per la precisazione delle conclusioni. Da quel momento il conto è presto fatto: "Rimessa la causa al collegio, la sentenza è depositata in cancelleria entro sessanta giorni dalla scadenza del termine per il deposito delle memorie di replica" (art 275 c.p.c.). Ma poiché le memorie di replica vanno depositate entro gli 80 giorni successivi alla precisazione delle conclusioni, la sentenza dovrebbe essere depositata entro il 140esimo giorno successivo alla precisazione delle conclusioni. Considerata la sospensione feriale di agosto, si arriva dunque all'ipotetica scadenza del 4 novembre 2021. Il tutto considerando che comunque il termine per il deposito della sentenza non è neppure perentorio. (ANSA).
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