Non ci sarà macelleria sociale, ma imprese devono riorganizzarsi
"Credo che il governo nuovo lavorerà a togliere il blocco dei licenziamenti che scade il 31 marzo, mantenendolo per qualche settore, come il mondo dello spettacolo, il turismo congressuale e gran parte del turismo. Per il resto crediamo sia giusto che non ci sia più il blocco dei licenziamenti perché alcune aziende devono riorganizzarsi, è inevitabile". Il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini interviene sul tema in occasione della presentazione degli indicatori dell'economia genovese, spiegando che licenziamenti ci saranno, ma "se la liberalizzazione sarà esclusivamente per i settori in mano all'industria manifatturiera ci saranno sicuramente delle riorganizzazioni ma non come qualcuno la definisce una "macelleria sociale".
"Nessuno ha la bacchetta magica ma non crediamo a effetti drammatici - ha aggiunto Mondini - anche perché non vedo il motivo per cui debbano esserci licenziamenti di massa nell'industria manifatturiera dove c'è gran parte dell'occupazione, visto che ha fatturato e sta tenendo la produzione industriale". Non significa che non ce ne saranno.
"Tante imprese dovranno cambiare molte cose al loro interno, ci sarà un po' di riorganizzazione e potrà comportare cambiamenti del personale - ha continuato - magari ci sarà una fase di turning dove fra un licenziamento e un'assunzione di nuove figure professionali potrà esserci non contemporaneità, ma sono convinto che si tratterà di pochi mesi. Se ci saranno riorganizzazioni é perché saranno figlie poi di assunzioni di nuove professionalità più consone a percorsi che certi tipi di imprese oggi devono seguire". Detto questo: "Abbiamo visto che dove non esiste il blocco dei licenziamenti, soprattutto per certi contratti, quelli a tempo determinato, ci sono stati tantissimi licenziamenti, ma ha anche dato una mano il decreto dignità perché ha tolto flessibilità sui contratti di lavoro che invece avrebbe magari aiutato alcune imprese a non prendere certe decisioni".
I sindacati
"Abbiamo letto con rammarico le esternazioni di Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova, che auspica l'interruzione del blocco dei licenziamenti. È solo di qualche giorno fa la notizia giunta dall'Istat sui dati in picchiata dell'occupazione. L'effetto pandemia si sta abbattendo con ferocia su donne e giovani che sono i soggetti che hanno i contratti più instabili. Vogliamo immettere sul mercato del lavoro ancora altri lavoratori senza futuro? Vogliamo davvero far alzare la febbre sociale?". Lo scrive in una nota Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria.
"Leggiamo che il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini chiede che non venga rinnovato il blocco dei licenziamenti che scade a fine marzo. Lo propone anche in maniera selettiva, magari con lo sblocco solo nel settore manifatturiero. Noi diciamo che non è ancora il momento e che lo sblocco selettivo darebbe un segnale contraddittorio e ambiguo al Paese ancora in piena pandemia e senza che se ne possano traguardare gli sviluppi né prevedere la fine". Così Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria.
"Cgil individua nel blocco dei licenziamenti e nella cassa covid un argine a quella che può diventare una vera e propria Caporetto del lavoro e, in attesa di una complessiva riforma degli ammortizzatori sociali, continuerà ad operare per la tutela di lavoratrici e lavoratori e a sostegno delle loro famiglie che dal lavoro traggono sostentamento". Lo dichiara il segretario generale Cgil Genova Igor Magni