Previsti anche contributi a microimprese
Una detrazione sull'addizionale Irpef di 35 euro per ogni figlio, che diventano 45 in caso di figli disabili, per aiutare le famiglie più fragili e contributi per i lavoratori autonomi e le microimprese con al massimo un dipendente che avranno un sostegno a fondo perduto dalla Regione, in attesa che arrivino i ristori dal Governo. È questo il senso dell'accordo siglato da Regione Liguria e dalle segreterie liguri di Cgil, Cisl e Uil. Regione Liguria inserirà nella manovra di bilancio, come già aveva fatto lo scorso anno, una detrazione Irpef per tutte le famiglie con almeno due figli a carico e con un reddito fino a 28 mila euro. "Continuiamo un percorso messo in campo lo scorso anno in un dialogo costruttivo con i sindacati - ha detto il governatore Giovanni Toti - per aiutare quei redditi più deboli che quest'anno, più che mai, sono stati colpiti dalla crisi generata dal Covid. E' un aiuto importante ai redditi più deboli, ai redditi da lavoro autonomo e all'autoimprenditorialità, soprattutto quelle micro e piccolissime imprese". Nel bilancio 2021, quindi, la dotazione economica complessiva passa dai 700mila euro, stanziati nel 2019, a 10 milioni complessivi, metà dei quali saranno destinati alle famiglie "Siamo soddisfatti perché intervenire a favore delle famiglie con figli attraverso un abbassamento della pressione fiscale - spiega Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria - credo sia molto importante in un momento come questo. È chiaro che in questa situazione ci sarebbe piaciuto fare qualcosa di più, ma si è fatto quello che è possibile". Un aiuto concreto che, grazie all'innalzamento del tetto dai 15 mila euro di tetto dello scorso anno ai 28 mila attuali, coinvolgerà circa 70 mila persone. "il vantaggio è che prosegue il confronto con la Regione sugli aspetti fiscali - sottolinea Mario Ghini, segretario regionale della Uil - ma, comunque, passare da 700mila euro a 5 milioni, è un passo avanti importante". Tra le risorse anche altri 5 milioni che serviranno a finanziare un contributo a fondo perduto una tantum per lavoratori autonomi, ditte individuali o microimprese con un solo dipendente, che saranno vincolati a garantire la continuità aziendale e al mantenimento dei livelli occupazionali. "Avremmo preferito un investimento concentrato sui redditi da lavoro - spiega Federico Vesigna, segretario regionale della Cgil - ma dobbiamo sottolineare il fatto che è stata condivisa con noi la modalità con cui erogare il contributo ai lavoratori autonomi" (ANSA).