Savona, dal 2011 aprivano cooperative per svuotarne poi le casse
(ANSA) - GENOVA, 02 DIC - Beni per 5 milioni di euro di un imprenditore savonese di 48 anni e di due prestanome sono stati sottoposti a sequestro dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Savona su richiesta della procura della Repubblica.
Sono accusati di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni, truffa aggravata ai danni dello Stato e frode fiscale, per omessa dichiarazione dei redditi.
Secondo le indagini dal 2011 in poi l'imprenditore avrebbe aperto, avvalendosi di numerose teste di legno, svariate cooperative operanti in più settori economici, tra cui quello delle pulizie e di altre attività di eventi pubblicitari, aumentandone il volume d'affari anche con l'aggiudicazione di appalti, per poi svuotarne le casse e reinvestire il denaro nell'acquisto di immobili ed altre attività.
Il 48enne nel maggio 2019 era già stato destinatario di una misura di custodia cautelare in carcere e, nei suoi confronti, l'autorità giudiziaria aveva emesso un decreto di sequestro preventivo, finalizzato a confisca, fino alla concorrenza di circa 5 milioni di euro, soltanto in parte eseguito. La compagnia di Savona, nei giorni scorsi, ha dato esecuzione a un ulteriore decreto di sequestro preventivo di una villa di pregio nel Comune di Fossano (Cuneo), riconducibile a una prestanome piemontese dell'imprenditore savonese, formalmente rappresentante legale di una società di Roma. La donna avrebbe ricevuto, attraverso la distrazione del patrimonio delle società fallite, le somme necessarie per acquistare l'immobile nel 2019.
Sottoposti a sequestro preventivo anche beni mobili e di pregio riconducibili al principale indagato, nonché due veicoli intestati ad un altro prestanome di Savona, acquistati con i presunti proventi dell'attività di riciclaggio del denaro proveniente dalle società fallite. (ANSA).
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