Preghiera e benedizione per i morti di Coronavirus
(ANSA) - GENOVA, 02 NOV - "A me vengono in mente quelle persone che non hanno potuto salutare i loro cari. Penso che sia la cosa più terribile nella vita". Lo ha detto monsignor Marco Tasca, arcivescovo di Genova, durante la messa celebrata nel Pantheon del Cimitero di Staglieno a Genova. "Non poter salutare tuo papà, tua mamma, tuo marito, tua moglie, tuo fratello - ha aggiunto il prelato - credo che sia una ferita veramente enorme che queste persone si portano dentro". Sempre nell'omelia, l'arcivescovo ha ricordato che "la certezza di dover morire è una realtà con la quale siamo chiamati a fare i conti, non ultimo in questo periodo molto difficile" ma come cristiani "sappiamo che la nostra vita non è tolta ma trasformata, sappiamo che la nostra vita iniziata con il battesimo non finirà mai".
In precedenza aveva affermato: "A me dà una gioia veramente grande vedere qualcuno che mette dei fiori sulle tombe. Non è solo un fatto estetico ma è come dire 'io so che tu ci sei', è un segno di speranza, è la certezza che questa persona è ancora viva, c'è ancora, sennò che senso avrebbe?. Mettere dei fiori - ha proseguito - è un gesto di speranza perché dice a noi tutti la certezza che la morte non ha l'ultima parola". Al termine della celebrazione, monsignor Tasca si è recato insieme con il vescovo ausiliare monsignor Nicolò Anselmi e con alcuni sacerdoti al campo dove sono sepolti i sacerdoti e i religiosi.
Dopo un momento di preghiera si è spostato al campo 4 - dove sono sepolti i deceduti a causa del Covid. Ha pregato per loro e ha impartito la propria benedizione. (ANSA).