Per Aida innovativa prolungati applausi

Liguria
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Piace l'impostazione scenica con effetti cinematografici

 Nessun elefante e nessun cammello per la marcia trionfale, questa sera al Carlo Felice nell'Aida che ha inaugurato la stagione lirica del teatro genovese. La "spettacolarità", comunque, è stata assicurata da una innovativa impostazione scenica. Le videoscenografie di Monica Manganelli, infatti, hanno costituito l'elemento più originale di un allestimento che il teatro genovese ha prodotto con una idea di innovazione tecnologica certamente interessante e degna di attenzione.
    Pochi gli elementi scenici concreti. In realtà si procede per continue proiezioni che creano le diverse ambientazioni della storia, dalle sale del Palazzo reale di Memfis al Tempio, dalle stanze di Amneris, alle porte della città di Tebe, dalle rive del Nilo fino, ancora, al tempio di Vulcano per la scena finale.
    Una garanzia, dunque, di "fedeltà", e, nello stesso tempo un'operazione di sperimentazione che potrebbe aprire nuove strade nella scenotecnica, assicurando tra l'altro la facile "trasportabilità" di un allestimento.
    Aspetto visivo, dunque, stimolante con soluzioni di effetto cinematografico ben calate nella dimensione lirica anche se si è avuta l'impressione di una sovrabbondanza di idee e di elementi.
    Un poco più di pulizia e dì semplicità avrebbe giovato. Belli i costumi di Anna Biagiotti. E vivace, ben costruita la regia di Alfonso Antoniozzi, cantante dalla lunga e gloriosa carriera che ha riversato la sua esperienza di palcoscenico nella direzione dei colleghi. Movimenti, gestualità, organizzazione delle masse: tutto a punto in un'opera che è sempre stata di difficile realizzazione per il suo doppio respiro, effettistico e intimista.
    Doppia valenza che sul podio Andrea Battistoni ha colto in maniera intelligente: frasi baldanzose, piene di irruenza e sonorità e squarci di poetico lirismo laddove la storia si riduce all'amore di coppia. Battistoni ha un buon rapporto con l'orchestra genovese che risponde tecnicamente in modo appropriato garantendo un supporto sonoro più che apprezzabile.
    Al pari il coro, preparato dal nuovo direttore, Francesco Aliberti, mostra buona forma.
    Sul palcoscenico era attesa al debutto nel ruolo Svetla Vassileva. Ha superato la prova anche se ha evidenziato un ampio margine di maturazione: buone le soluzioni più intimiste, qualche difficoltà quando il personaggio deve confrontarsi in maniera più autorevole con gli altri. L'artista ha ottenuto comunque meritati applausi, a partire dall'aria del primo atto "Riitorna vincitor!", senza dimenticare "O cieli azzurri" nel terzo.
    Vigoroso e energico come deve essere il Radames di Marco Berti ("Se quel guerrier io fossi", esibito con molta bandanza a scapito di qualche eleganza), mentre Judit Kutasi ha delineato una Amneris volenterosa se pur non inappuntabile. Completavano il cast Angelo Veccia (Amonasro) e Fabrizio Beggi (Ramfis). Da segnalare che diverse comparse di colore sono state selezionate in due associazioni di accoglienza liguri, Migrantes e Ces.To.
    Beneil balletto preparato da Luisa Baldinetti.
    Pubblico numeroso, applausi prolungati.(ANSA).
   

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