60 eventi:il via 12 /11 con prima La solita zuppa di Bianciardi
(ANSA) - BARBERINO DEL MUGELLO (FIRENZE), 10 NOV - 'Teatro bene comune' questo il titolo della nuova stagione al Teatro comunale Corsini di Barberino del Mugello (Firenze) che festeggia i 18 anni di residenza della compagnia Catalyst. Oltre 60 eventi in programma dal 12 novembre al 12 maggio. Ad aprire la prima de 'La solita zuppa' di Luciano Bianciardi, spettacolo a firma Compagnia Catalyst, Maria Cassi e Leonardo Brizzi: sul palco la coppia di artisti guida il pubblico in un viaggio musicale e intimo, fra celebri canzoni degli anni '60 e pagine ironiche e graffianti dello scrittore de 'La vita agra'.
Teatro, danza, musica, circo: tanti i generi ospitati al Corsini coinvolgendo più generazioni con attività di programmazione, ospitalità di giovani formazioni in residenza, produzioni della compagnia, una scuola di teatro, spettacoli per ragazzi e progetti che coinvolgono la rete del sistema educativo e giornate aperte alle proposte delle associazioni del territorio. Tra gli spettacoli il 18 novembre con 'La rabbia', Catalyst omaggia Pier Paolo Pasolini. Il 25, per la Giornata contro la violenza sulle donne appuntamento con Antonella Questa e la sua 'Svergognata'. Il 2 dicembre, con la Fondazione Giorgio Gaber, 'Vorrei essere libero. Le parole nuove di Giorgio Gaber'.
Il 3 febbraio Maria Cassi e Leonardo Brizzi, accompagnati da Nino Pellegrini al contrabbasso, con 'Diamine!, adattamento dell'opera di Saint Saens, che riunisce lo storico duo Aringa e Verdurini. Il 25 marzo sarà la volta di Andrea Pennacchi con 'Pojana e i suoi fratelli' e il 15 aprile Antonio Rezza con 'Io'. Dal 12 al 14 maggio in prima 'Questo è il tuo problema', da Harold Pinter, con la Compagnia Catalyst e la regia di Riccardo Rombi. In programma anche la rassegna di danza E=Danza La Danza in collaborazione con Kaos Balletto e una musicale con Music Valley e i gruppi di base del Mugello.
"Questi 18 anni di direzione - raccontano Emilia Paternostro e Riccardo Rombi della direzione Catalyst - ci hanno portato a vivere il Corsini come teatro di frontiera, ovvero un luogo permeabile, attraversato, meta e passaggio; margine, senza mai essere marginale, che permette ad altri viandanti/compagnie, di arrivare in un luogo nel quale ritrovarsi e rinfrancarsi", (ANSA).