Vendette d'artista, lezioni Acidini per Brevissime

Toscana

In programma il 20 e il 27 ottobre a Firenze

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(ANSA) - FIRENZE, 18 OTT - Vendette d'artista: questo il titolo dei due nuovi incontri, con Cristina Acidini, per Brevissime, le lezioni di storia delle arti della durata di 45 minuti, a cura di noti storici e studiosi italiani e non solo, promosse dal Centro Di edizioni. "I messaggi espressi da un'opera d'arte antica o celati in essa - si spiega - sono innumerevoli, non sempre pacifici, mai neutri. In casi particolari, un dipinto puo' rivelarsi un muto ma formidabile strumento per l'artista, che manifesta una denuncia o compie una vendetta".
    La prima lezione di Acidini è in programma il 20 ottobre, alle 18:45, nella chiesa di Santo Stefano al Ponte a Firenze.
    'Calunnia' il titolo di questo incontro: "Con le grandi allegorie mitologiche, la Calunnia di Apelle nella Galleria degli Uffizi - si spiega - è il quadro più indagato di Sandro Botticelli, che non smette di intrigare gli studiosi e il pubblico. Resta infatti misterioso il motivo che spinse Botticelli anziano a dipingere, verso il 1505, l'affollata scena d'ispirazione antica, ambientata in una sala istoriata d'immagini sacre e profane. Qui un giovane innocente viene trascinato da malvagi davanti a un presuntuoso re-asino, in attesa che la Verità trionfi. Con questo quadro elegante e complicato, Botticelli intendeva forse vendicare un caro amico, o magari scagionare se stesso da un'accusa ingiusta".
    La seconda lezione è in programma il 27 ottobre sempre nella chiesa di Sanro Stefano al Ponte. Sarà incentrata sulla 'Vendetta': "Un inquietante quadro di Federico Zuccari nella Galleria Nazionale delle Marche, la Porta Virtutis, è testimonianza di una vicenda straordinaria, che ebbe il suo apice in un'autentica 'vendetta d'artista'. Irato per il rifiuto di un suo quadro, Zuccari mise alla berlina il committente-asino esponendo a Roma, il 18 ottobre 1581, un grande cartone con questa scena satirica, copiata poi in scala minore per il duca di Urbino. Pagò cara la sua rivalsa: processato, si difese rivendicando la libertà espressiva di ogni artista, ma fu condannato all'esilio. Tornò, graziato, nel 1583". (ANSA).
   

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