In volume Vanni riflessione se oggi possibile un nuovo umanesimo
(ANSA) - FIRENZE, 02 SET - E' davvero possibile oggi un nuovo Umanesimo. Questo il filo conduttore dell'opera di Massimo Vanni, per lunghi anni cronista politico, che ha scritto un libro incentrato su Coluccio Salutati, ammiratore di Dante, erede culturale di Petrarca e Boccaccio, cancelliere della Repubblica fiorentina dal 1375 al 1406, iniziatore se non l''inventore' di quel movimento. 'Firenze è la mia patria, Coluccio Salutati e la nascita dell'Umanesimo', il titolo del volume (Porto Seguro editore, 274 pagine, 17 euro), appena uscito.
Alla ricerca di un proprio orizzonte di senso, la politica, osserva l'autore, fa spesso riferimento alla stagione in cui visse Salutati, che segnò profondamente l'avvio della modernità: "Un 'nuovo Rinascimento', un nuovo Umanesimo' è la promessa di futuro che i leader politici elargiscono nel tentativo di offrire una prospettiva rassicurante. L'idea di uomo costruita sulle fondamenta di quella stagione, che a Firenze ebbe il suo inizio e conobbe uno dei momenti più alti di afflato civile, appare però adesso definitivamente al tramonto per effetto delle grandi trasformazioni planetarie. E proprio oggi che le vecchie fondamenta sembrano sgretolarsi quando non si vedono ancora quelle nuove", il libro ripercorre la genesi del movimento umanistico che da Firenze si diffuse in tutta Europa con uno studio incentrato su Salutati: "Nelle sue lettere e nei suoi trattati scritti in buona parte a Palazzo Vecchio si possono scorgere i semi della modernità di cui siamo figli: dalla vita attiva e socialmente impegnata che capovolge i valori aristotelico-medievali allo spostamento gnoseologico dall'oggetto al soggetto, dall'uomo costruttore della storia alla scoperta tragica della dimensione finita del vivere che, se trovò poi in Leon Battista Alberti e Machiavelli un più ampio svolgimento, si scorge già nelle pagine del cancelliere. Fu a partire da ser Coluccio che si affermò un nuovo pensiero, senza il quale non saremmo quello che siamo. Senza il quale l'Europa e l'Occidente, nel bene e nel male, non sarebbero quello che sono". (ANSA).