L'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni autorizza il gruppo della famiglia Del Vecchio ad accrescere la propria partecipazione nel gigante assicurativo.
La Delfin, la holding finanziaria della famiglia Del Vecchio, è stata autorizzata dall'Ivass, l'authority di vigilanza sulle assicurazioni, a salire oltre il 10% del capitale di Generali, fino alla quota del 20%. È questo l'ultimo passo di una vicenda iniziata nel 2021, da quando Leonardo Del Vecchio - scomparso l'anno scorso - ha iniziato una scalata nei confronti della più grande società assicurativa italiana, assieme all'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone. Per primo lo ha riportato il quotidiano La Repubblica. La richiesta era stata presentata senza squilli di tromba lo scorso 17 aprile perché - avendo già il 9,8% del capitale di Generali - Delfin aveva "involontariamente" superato la soglia del 10%, per effetto del riacquisto di azioni proprie da parte della compagnia.
I dettagli dell'affare
Il superamento della quota è stato un fatto tecnico che però ha indotto Francesco Milleri, il manager che guida la cassaforte posseduta dagli eredi di Leonardo Del Vecchio, a cogliere la palla al balzo e chiedere alla Vigilanza di poter restare sopra il 10% "ed eventualmente salire oltre". Milleri - mette in risalto Repubblica - poteva vendere un piccolo pacchetto di azioni e tornare sotto il 10%, ma non l'ha fatto. Ha preferito puntare in alto, ottenendo disco verde. "Ivass - è scritto nella delibera 54 del 2023 pubblicata sul sito - autorizza Delfin a detenere una partecipazione qualificata superiore al 10% del capitale sociale di Generali". Questo significa che a poco più di un anno dal duro scontro tra i soci andato in scena nell'assemblea 2022 della compagnia, che aveva visto sconfitta l'alleanza tra Del Vecchio e Caltagirone, i giochi possono riaprirsi. Un anno fa una compagine di azionisti composta da Leonardo Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone, la famiglia Benetton, la Fondazione Crt e altri piccoli imprenditori aveva sfidato apertamente la lista promossa dal consiglio di amministrazione e sostenuta da Mediobanca, per ora primo socio di Generali con il 13%. L'alleanza degli sfidanti perse, raccogliendo quasi il 30% del capitale, mentre la lista del consiglio vinse con oltre il 40%, grazie al sostegno della maggior parte degli investitori di mercato.
"Nessuna particolare strategia"
Delfin ha dichiarato in una nota che la richiesta a Ivass "non sottintende dunque alcuna particolare strategia di Delfin, se non quella di agire in conformità alle regole rispetto alla propria posizione quale azionista della compagnia assicurativa triestina". Verrebbero escluse quindi mire espansionistiche sulla partecipazione in Generali, almeno nell'immediato. La partita ora si sposta su Mediobanca, azionista di riferimento della società assicurativa di Trieste e in cui Delfin e Caltagirone detengono a loro volta oltre un quarto delle azioni.
Rally in borsa
Dopo la pubblicazione della notizia, il titolo Generali è risultato tutta la mattina il migliore a Piazza Affari con un rialzo che ha raggiunto il 5 per cento, per poi ritracciare. I contratti scambiati nelle prime ore di contrattazione hanno superato i dati giornalieri di giugno.