È vero che un terzo della benzina venduta in Italia sfugge alle tasse?

Economia
Lorenzo Borga

Lorenzo Borga

Secondo i sindacati dei benzinai l'evasione raggiunge i 13 miliardi di euro all'anno. Significherebbe che un litro di benzina su tre deriva dal mercato illegale. Ma i numeri ufficiali sono decisamente più bassi. LO SKYWALL

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Tra le ragioni dello sciopero dei benzinai è stata richiamata dai sindacati anche l'elevata evasione fiscale su benzina e diesel. Secondo le maggiori sigle - Faib, Fegica e Figisc/Anisa - sarebbero "13 miliardi di euro all'anno" quelli sottratti dai "trafficanti di illegalità", che in questo modo distorcerebbero il mercato e la leale concorrenza tra gli operatori. Non pagando infatti le accise e l'Iva sul carburante chi traffica illegalmente i carburanti può vendere benzina e gasolio a un prezzo fuori mercato.

"30% di evasione"

La stima deriverebbe da un'audizione parlamentare di Sandro Raimondi, procuratore della Repubblica di Trento e responsabile di importanti indagini di contrasto al fenomeno, che nel 2019 disse che secondo una "stima che non ha riscontro oggettivo ma si può definire verosimile, il 30 per cento del venduto sfugge all'imposizione fiscale" per un valore "di circa 10-12 miliardi di euro". Se fosse vero, si tratterebbe di un numero enorme. Tenendo conto che secondo i dati dell'Unione Energie per la Mobilità (Unem) il gettito complessivo incassato dallo Stato sulla vendita di carburante per autotrazione si aggira attorno ai 38 miliardi di euro.

torta

Significherebbe in sostanza che un'autobotte su tre che attraversa il nostro paese per trasportare benzina o gasolio è gestita illegalmente. Una proporzione che però non appare coerente con i dati ufficiali riportati dal Ministero dell'Economia.

Cosa dicono i dati ufficiali

Secondo i dati ufficiali del Ministero dell'economia, sulle accise l'evasione fiscale nel 2020 si aggirava attorno a 1,7 miliardi di euro. Dal 2015 non ha mai superato in modo consistente i 2 miliardi. Per il Ministero l'evasione in questo campo ammonta a circa il 10 per cento del gettito che lo Stato dovrebbe teoricamente incassare.

evasione accise

Sulle accise l'evasione si concentra in particolar modo sul gasolio. Secondo un'altra ricerca del Ministero dell'Economia infatti sulla benzina sarebbero 298 milioni i litri che sfuggono al pagamento delle accise, poco meno del 4 per cento. Sul diesel invece questo numero quasi si decuplica, arrivando a circa 2,5 miliardi di litri, pari al 14 per cento. La ragione sta nel metodo di contraffazione: per evitare il pagamento delle accise - circa 70 centesimi al litro - l'importazione di gasolio per autotrazione viene contrassegnata diversamente, sfruttando il fatto che altri prodotti simili pagano accise minori, come per esempio il gasolio agricolo o altri oli combustibili. La Guardia di Finanza in un'audizione parlamentare del 2019 affermava che "miscele idrocarburiche di gasolio" vengono "appositamente realizzate per essere classificate, sotto il profilo merceologico, come oli lubrificanti, preparazioni lubrificanti o solventi/diluenti, di modo da poterle escludere dal regime armonizzato e dall’imponibilità ai fini accise".

 

Sull'evasione dell'Iva invece purtroppo non esistono stime ufficiali e bisogna affidarsi ai numeri delle associazioni di categoria. Se tuttavia il mancato gettito fosse davvero di 13 miliardi di euro significherebbe che - tolti i quasi 2 miliardi di accise - sull'Iva ne mancherebbero oltre 10. Cioè la quasi totalità dell'incasso annuale dello Stato: improbabile.

La digitalizzazione aiuta  

Nel 2017 Assopetroli diffuse una stima secondo la quale le frodi sull'Iva generano un'evasione di "oltre 2 miliardi di euro". Gli stessi rappresentanti dell'associazione tuttavia a Sky TG24 affermano che questi numeri non sono più attuali. Gli interventi normativi degli ultimi anni hanno infatti facilitato l'attività di controllo sulla filiera. Oggi l'Agenzia delle Dogane può seguire digitalmente tutto il percorso della molecola di benzina dalla raffineria fino al distributore. Sono state inoltre chiuse alcune falle regolamentari che permettevano frodi sull'Iva attraverso documenti falsi di import ed export.

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