Lavoro, Istat: calo degli occupati e dei disoccupati, crescono gli inattivi

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L'Istituto rileva che a novembre l’occupazione è diminuita moderatamente. Il tasso di occupazione si è attestato al 60,3%, registrando un calo di circa 0,1 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,8% mentre quello di inattività è aumentato marginalmente

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Il mercato del lavoro a novembre è stato contraddistinto da una lieve diminuzione di occupati e disoccupati e da un aumento marginale degli inattivi. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,8%. Lo rileva l'Istat nella Nota mensile. La diminuzione degli occupati è stata dovuta principalmente alla componente dei dipendenti permanenti (-0,6% rispetto a ottobre, -94mila unità), controbilanciata in parte dall’incremento sia dei dipendenti a termine (+2,0%) sia dei lavoratori autonomi (+0,1%). Il tasso di occupazione è risultato stabile per gli uomini e in leggera diminuzione per le donne (0,1 punti percentuali.) a cui si è associato –sempre per la componente femminile- un aumento del tasso di inattività (+ 0,2%). L'Istituto rileva, infatti, che a novembre l’occupazione è diminuita moderatamente dopo il miglioramento registrato nei due mesi precedenti. Il tasso di occupazione si è attestato al 60,3%, registrando un calo di circa 0,1 punti percentuali (-27mila unità rispetto a ottobre); il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,8% mentre quello di inattività è aumentato marginalmente (+0,1 punti percentuali).

Il confronto con i Paesi Ue

A fine 2022 "le spinte inflazionistiche hanno mostrato una moderata decelerazione" ha sottolineato ancora l'Istat nella nota sull'andamento dell'economia riferita ai mesi di novembre e dicembre 2022, ricordando che in base alla stima preliminare, a dicembre la variazione tendenziale dell'indice per l'intera collettività (Nic) è stata pari a 11,6% (da 11,8% di novembre). L'inflazione media del quarto trimestre (+11,7% in termini tendenziali) ha segnato, tuttavia, prosegue l'Istat, un'ulteriore decisa accelerazione rispetto ai tre mesi precedenti (+8,4%). Per il 2023 "il segnale sull'andamento generale dei prezzi proviene dall'inflazione acquisita dell'indice generale che continua a mostrare una dinamica crescente (+5,1%) - ricorda ancora l'Istat -, dando la misura della diffusione del fenomeno inflativo tra le diverse tipologie di beni al consumo". 

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