Casa, obbligo ristrutturazione con nuove regole Ue

Economia
Simone Spina

Simone Spina

©IPA/Fotogramma

Entro marzo il varo di norme comunitarie sull'efficienza energetica delle abitazioni per abbattere consumi e inquinamento. Per adeguarsi, moltissimi italiani dovranno ristrutturare casa entro pochi anni andando incontro a grosse spese

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Se le finestre non hanno i doppi vetri, i riscaldamenti sono vecchi, manca il cappotto termico e sul tetto non ci sono i pannelli solari, casa vostra inquina troppo e presto potreste essere costretti a chiamare gli operai e dover pagare costosi lavori.

Quanto inquina il mattone

Sono molti i condomini e gli appartamenti in questa situazione ma si stima anche che il mattone sia uno dei principali responsabili dei consumi energetici (40 per cento) e delle emissioni di gas serra nell'Unione Europea (36 per cento). Per questo Bruxelles sta per varare nuove regole (primo via libera a fine gennaio e quello definitivo a marzo) affinché gli immobili siano meno dannosi per l’ambiente. Norme che sono state ammorbidite rispetto alle prime ipotesi ma che stabiliscono un percorso verso l’efficienza che per tanti italiani potrebbe risultare parecchio dispendioso.

La scalata all’efficienza

Secondo l’ultima bozza comunitaria, entro il primo gennaio del 2030 tutte le case dovranno trovarsi nella classe E, per salire tre anni dopo alla D e con l’obiettivo finale di zero emissioni nel 2050. Una scalata che, in pratica, impone al 60 per cento delle case che oggi si trovano nel nostro Paese (tante sono quelle in classi F e G, i gradini più bassi) di essere ristrutturate entro sette anni. 

Lavori per il 60 per cento delle abitazioni

In agenda, dunque, parecchie migliaia di euro per - ad esempio - sostituire gli infissi o comprare una nuova caldaia. I lavori saranno necessari per non finire fuorilegge e non subire le sanzioni che ogni singolo Stato dovrà decidere, ma adeguarsi diventerà necessario anche per non vedere il valore della propria casa precipitare.

Le esenzioni alle nuove regole

Sono previste alcune esenzioni alle nuove regole, come quelle per gli edifici storici (ma solo se ufficialmente sottoposti a vincoli), chiese, seconde case abitate al massimo quattro mesi all’anno e abitazioni indipendenti di massimo 50 metri quadrati. Per molti proprietari, però, ci saranno spese da affrontare, con l'incognita degli incentivi pubblici: il superbonus (l’incentivo edilizio più robusto) è previsto, in versione ridotta, solo fino al 2025.

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