Energia, termosifoni giù di un grado e accesi un'ora in meno

Economia

Simone Spina

Prende forma il piano di risparmi del governo. Riscaldamenti ridotti per far fronte ai rincari del gas e alle incognite sulle forniture dalla Russia. Esclusa la didattica a distanza nelle scuole. Nulla cambia, almeno per ora, per l'illuminazione pubblica e quella dei negozi

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Case e uffici saranno un po' meno caldi, perché dall’autunno i termosifoni dovranno mantenere una temperatura inferiore di un grado rispetto al passato - quindi da 20 a 19 - e rimanere accesi un’ora in meno al giorno. E’ quanto si sa, al momento, sul piano di risparmio energetico che il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha presentato al governo e che dovrebbe essere pronto a giorni.

Quanto gas si risparmierà

La stretta potrebbe portare anche a una riduzione di due settimane del periodo in cui ci si potrà scaldare, permettendo così di consumare meno gas, viste le incertezze delle forniture dalla Russia dovute alla guerra in Ucraina.  I risparmi, con questi accorgimenti, potrebbero superare i 2 miliardi e mezzo di metri cubi in pochi mesi, circa il 10 per cento dei consumi invernali di metano. 

Le vetrine restano accese 

A Palazzo Chigi, invece, non si è discusso di ricorrere alla Dad nelle scuole o di lavoro agile per ridurre la presenza di persone negli uffici pubblici, né tantomeno di stop all’industria. Salve, almeno per ora, le vetrine dei negozi e l’illuminazione stradale, che non dovranno essere spente o smorzate di notte, come hanno invece deciso altri Paesi europei come la Germania.

Depositi e nuove forniture

Il tutto nell’ambito dei tagli stabiliti a Bruxelles, che per l’Italia valgono un risparmio del 7 per cento annuo. Il nostro Paese dovrebbe poter contare sui contratti di fornitura alternativi a Mosca (via tubo e via nave), l’energia prodotta col carbone e da fonti rinnovabili nonché le riserve che si stanno accumulando (gli stoccaggi sono vicini all’82%). Per raccogliere i frutti di tutti questi interventi, però, servirà tempo. E le incognite sui flussi di gas russo sono tante.

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