Governo, l’incertezza pesa sui dossier economici più caldi: Recovery Fund e Manovra

Economia

Simone Spina

C’è ancora molta strada da fare per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato dall’Europa e da cui dipende la crescita del Paese. Incognite anche per la legge di Bilancio, dove potrebbero trovare spazio il taglio delle tasse per i lavoratori e nuove regole per andare in pensione 

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Al giro di boa ci siamo arrivati: i 45 obiettivi del Recovery Fund da centrare entro la fine di giugno sono stati raggiunti e ora aspettiamo che l’Unione europea certifichi che abbiamo fatto bene i compiti a casa per poterci inviare i 24,1 miliardi che porta in dote la seconda rata del programma continentale di aiuti.

Sotto esame permanente

Ma non ci si può riposare: l’esame continua ed entro fine anno dobbiamo raggiungere ulteriori 55 traguardi, per avere così altri 21,8 miliardi. Perché il patto con Bruxelles è che i soldi (191,5 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa) si incassano solo se si rispetta la tabella di marcia. Siamo in una fase cruciale: dopo la partenza bisogna iniziare a fare sul serio con cantieri e opere di vario tipo (appalti per digitale, ambiente, sanità), per i quali serve una macchina burocratica rapida ed efficiente.

Rebus riforme

E bisogna andare spediti con le riforme: per mandarle in porto tocca alla politica non perdere tempo. Ci sono decine di norme da approvare nei prossimi mesi e tra queste alcune, come Fisco e Concorrenza, impantanate in Parlamento. Il tutto condito da alcuni ingredienti non previsti quando Mario Draghi è arrivato a Palazzo Chigi: guerra in Ucraina e inflazione.

Le incognite: cuneo fiscale e pensioni

I bonus per arginare l’effetto del rialzo dei prezzi non bastano più, servono provvedimenti di ampio respiro e su questo si gioca anche la partita della prossima manovra economica. Una legge di Bilancio complessa, viste le richieste dei partiti e il pressing per nuovo deficit, nella quale potrebbe trovare spazio il taglio delle tasse (il cuneo fiscale) che pesano sui lavoratori. Ma sul tavolo, tra i dossier economici più complessi, ci sono anche le pensioni, con la fine di Quota 102 a dicembre e una soluzione da individuare in tempo se si vuole evitare che da gennaio servano 67 anni per lasciare il posto.  

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