Cingolani: no criticità senza gas russo nei prossimi mesi

Economia

Simone Spina

Per il ministro della Transizione Ecologica l'Italia ha riserve sufficienti per andare avanti per qualche tempo anche con lo stop delle importazioni da Mosca. Un'ipotesi che si fa largo in Europa: gli acquisti di metano russo portano cifre enormi alle casse di Putin e finiscono per finanziare la guerra in Ucraina

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"La dipendenza dal gas russo è veramente difficile da giustificare e sopportare". Così il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che parla di cifre enormi che l'Europa continua a versare a Mosca, finendo per finanziare la guerra in Ucraina. Ma cosa accadrebbe se si decidesse di non comprare più quel metano? “Per i prossimi mesi abbiamo riserve sufficienti e non ci sarebbero criticità”, assicura il ministro. L’estate è in arrivo, le temperature più calde abbatteranno la sete di metano per il riscaldamento ma, precisa Cingolani a Radio 24, “dovremo accelerare gli stoccaggi per il prossimo inverno”.

Un tetto al prezzo

Da aprile in poi, infatti, tradizionalmente si comincia a mettere il gas da parte per l’autunno successivo: senza il flusso dalla Russia questo sarebbe pressoché impossibile e tra sei mesi i problemi potrebbero essere seri. Rinunciare o ridurre questi approvvigionamenti non sembra più un tabù in Europa, anche se per ora si discute di come continuare a importarlo abbassando il costo. “La madre di tutte battaglie è avere un limite al prezzo”, dice Cingolani, che spiega: “L'Europa importa i tre quarti del gas mondiale e ha una tale forza commerciale da poter determinare anche i costi di mercato". Questa mossa sarebbe efficace solo se decisa a Bruxelles, ma finora non c’è un accordo.

Nuovi aiuti alle imprese

Intanto, Roma si muove da sola. Un’ipotesi è quella di non legare più il costo dell’energia, compresa quella prodotta da fonti rinnovabili, a quello del gas come accade adesso. Cingolani dice poi che sono allo studio nuovi aiuti per le imprese che consumano di più. E nel frattempo l'Italia cerca il metano al di fuori della Russia.

Emanciparsi da Mosca

Il numero uno dell’Eni Claudio Descalzi è andato in Algeria per ottenere un aumento di forniture. Allo stesso scopo contatti con altri Paesi come Azerbaijan e Qatar, e si va avanti per poter importare più metano liquefatto. Ma, nonostante gli sforzi, al momento si stima che per il prossimo inverno non riusciremo a sostituire tutto il gas che ci dà oggi Mosca. 

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